L’archivio di padre Enrico di Rovasenda documenta la sfaccettata personalità e la poliedrica attività della lunga vita di padre Enrico di Rovasenda, teologo domenicano di formazione scientifica. Attraverso le parole di Luca Rolandi nel suo saggio “Padre Enrico di Rovasenda. 1906-2007” nel volume Un servizio unico e irrinunciabile. Il ruolo degli assistenti nella storia dell’Azione cattolica italiana, a cura di Francesco Sportelli e Giovanni Vian, Ave 2020, ne percorriamo la figura: Padre Enrico di Rovasenda (Torino 1906 – Genova 2007) rappresenta una figura di grande rilevanza per la storia del XX Secolo: nato e formatosi in Piemonte, dove fu radicato e attivo nella rete di relazioni dell’ambiente culturale cattolico del primo quarto del XX secolo prima di assurgere a incarichi di rilievo nazionale e internazionale, di Rovasenda si laurea al Politecnico di Torino il 23 novembre 1928 in ingegneria industriale meccanica con una tesi diretta dal celebre professor Gustavo Colonnetti; negli anni di vita universitaria si iscrive all’Azione Cattolica, e nel 1924 inizia a frequentare il circolo universitario “Cesare Balbo” della FUCI (di cui è membro Pier Giorgio Frassati); nel 1925 ne viene eletto presidente e riconfermato nel 1926 e nel 1927. Nel 1929 entra nell’Ordine dei Frati predicatori e inizia la formazione presso il convento di San Domenico a Chieri, fino all’ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1933 nella chiesa di Santa Maria delle Rose di Torino. Dopo la licenza e il dottorato in Teologia, studia filosofia a Parigi. Ritornato in Italia a metà degli anni Trenta, ben presto diventa punto di riferimento della cultura cattolica. Anche negli anni successivi di Rovasenda rimarrà animatore culturale degli intellettuali cattolici democratici e sociali torinesi anche grazie ai suoi interventi sulle colonne de «Il Nostro Tempo», il settimanale della curia torinese, di cui è collaboratore; e all’intensa attività di formazione svolta all’interno dei gruppi giovanili di Azione cattolica. Nominato nel 1974 Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze da papa Paolo VI, e confermato da Giovanni Paolo II, è il promotore del riesame del “caso Galileo”, che portò la Chiesa cattolica a riconoscere in maniera ufficiale il suo errore nella condanna di eresia dello scienziato. Di Rovasenda lascerà la propria profonda impronta anche in altre realtà cattoliche di carattere scientifico e sociale - il Movimento dei Laureati di Azione cattolica, costola della FUCI, che nel 1979 assume la denominazione Movimento ecclesiale di impegno culturale – MEIC, insieme alle Associazioni internazionali del Segretariato internazionale degli Ingegneri, Agronomi ed Economisti cattolici – SIIAEC e di Pax Romana; l’Unione cattolica italiana tecnici – UCIT; l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti – UCID; l’Unione giuristi cattolici italiani – UGCI – mantenendo sempre il suo ruolo di riferimento come teologo chiamato in tutta Italia e all’estero per lezioni, conferenze e ritiri spirituali. La fruizione dell’archivio di Padre Enrico Di Rovasenda, filosofo e teologo domenicano, artefice del felice e armonico rapporto tra scienza e fede, contribuisce in modo determinante alla conoscenza di una delle figure più significative del movimento cattolico e della vita ecclesiale, culturale e sociale piemontese e nazionale nel Novecento. Egli si inserisce a tutti gli effetti nel novero delle personalità del mondo ecclesiale che hanno contribuito con la loro azione a una intensa attività di formazione delle giovani generazioni e hanno orientato le coscienze e l’azione del laicato cattolico, in tempi storici di crisi e travaglio ed hanno infine svolto ruoli di grande rilevanza in posizioni delicate al servizio della Chiesa universale. Come Monsignor Marcelo Sanchez Sorondo ha ricordato nel corso della giornata di studio organizzata a Genova nel 2013: “Padre Enrico Di Rovasenda è stato una delle figure centrali nella ricezione del Concilio Vaticano II che hanno dato una nuova identità alla chiesa contemporanea. Insieme al cardinale George Cottier, Monsignor Rossano, hanno saputo coniugare la scienza con la fede. Comprende i presupposti della modernità che giungono dalla scienza, armonizzandoli nella prospettiva di fede”.
L’archivio si presentava, prima dell’intervento archivistico, in una condizione di estremo disordine e privo di una qualunque traccia di organizzazione originaria. La cospicua documentazione, prodotta nel corso della lunga vita di padre di Rovasenda, appariva anzi considerevolmente rimaneggiata e sparpagliata, forse da padre di Rovasenda stesso per lavori diversi e negli ultimi anni di esistenza. In fase di sistematizzazione ci si è dunque limitati a organizzare l’archivio secondo le cariche e le varie aree di attività di Rovasenda e, all’interno di queste, in ordine cronologico. Per alcune tipologie documentarie, quali la corrispondenza, molti scritti e convegni, si è scelto di inserire i documenti nelle serie di appartenenza quando questa era certa, e costituire invece serie generiche in ordine cronologico quando il contesto non era chiaramente espresso. La struttura archivistica è stata organizzata seguendo i suggerimenti e la profonda conoscenza del tema di padre Costantino Gilardi.
Come risultato dell’intervento di schedatura, ordinamento e inventariazione realizzato nel 2023-2024 è stato realizzato il presente inventario composto di 1273 schede descrittive complesse per un arco cronologico che copre tutto il XX secolo e giunge al 2007, anno della morte di padre di Rovasenda; l’inventario è corredato di un indice dei nomi. Il lavoro si è giovato della consulenza di padre Costantino Gilardi, collaboratore e amico di padre di Rovasenda, e della dottoressa Sara Badano, che ringrazio vivamente per la generosa condivisione dei loro saperi e per l’amichevole disponibilità.
L’intervento è stato realizzato grazie al finanziamento della Regione Piemonte (contributo a sostegno di programmi di Conservazione, descrizione, catalogazione e digitalizzazione di archivi e patrimonio documentale)