Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini - Polo del '900

Carlo Capellaro

Fondo
  • Soggetto conservatore

    Istituto di studi storici Gaetano Salvemini

  • Segnatura definitiva

    Capellaro 1-3

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica 1943 - 1975
    • Cronologia* specifica (DTS)
    • Datazione * 1943 - 1975
    • Tipo principale

  • Consistenza fisica

    • Consistenza specifica 3 unità archivistica

  • Descrizione

    Carlo Capellaro nacque il 6 aprile 1904 a Mongrando Biellese. Dopo aver conseguito la sesta elementare, iniziò a lavorare a dodici anni in un’officina, dove ben presto, rendendosi conto delle condizioni di vita dei suoi compagni di lavoro, scelse di aderire al Partito Socialista. Le sue rivendicazioni politiche gli crearono spesso problemi sul posto di lavoro, che aumentarono in seguito, con l’avvento del fascismo.
    A 18 anni assistette alle violenze a danno del sindaco del suo paese da parte dei fascisti e, in seguito, venne a sua volta malmenato.
    Dal 1924 al 1925 fu militare a Ivrea. Venne proposto per il grado di caporale, ma gli fu negato per via di informazioni sulle sue attività antifasciste.
    Nel 1925 entrò come operaio specializzato allo stabilimento Lancia di Torino, continuando anche la sua opera di propaganda politica.
    Nel 1930 si recò a Parigi e, nei due anni in cui visse in questa città, instaurò diversi contatti con altri emigrati politici. Il 2 settembre del 1936 venne arrestato e condannato a due anni di confino a San Mauro Forte di Matera. Il 9 dicembre dello stesso anno, dopo la morte del padre, venne richiamato e la condanna al confino fu tramutata in ammonizione. In questo modo poté ricominciare a lavorare alla Lancia come tornitore. 
    Durante la guerra fu membro del Comitato di agitazione clandestino e del Cln della Lancia, di cui divenne presidente a partire dal marzo del 1944.
    Prese parte allo sciopero del marzo 1943 e il 26 luglio dello stesso anno partecipò all’assalto alle carceri di Torino per liberare i detenuti politici. Nell’agosto del 1944 prese la tessera del Partito socialista di unità proletaria (denominazione del PSI dal 1943 al 1947).
    Per tutto il periodo bellico organizzò raccolte di denaro per le vittime del nazifascismo, mantenendo i collegamenti con il Partito e con il Comitato di liberazione nazionale.
    Il 31 gennaio 1945 rischiò di essere catturato dai fascisti in seguito alla delazione di un compagno di fabbrica. Fu tra gli organizzatori degli scioperi del 18 aprile 1945; al termine della guerra divenne membro della Consulta nazionale. 
    Nel 1947 partecipò al Congresso del Partito socialista in qualità di membro del Comitato centrale. 
    Nel dopoguerra continuò la sua attività lavorativa e politica all’interno della Lancia dove rimase fino al 1959.
    Capellaro morì a Torino nel 1977.

    Il fondo di Carlo Capellaro è stato consegnato all'Istituto di studi storici Gaetano Salvemini di Torino da Pinuccia Scotti agli inizi degli anni Ottanta.
    Tutta la documentazione conservata nel fondo, contenuta in 3 fascicoli che ricoprono l’arco temporale 1943-1975, riflette la costante attività politica di Capellaro e il suo impegno nella lotta di Liberazione all'interno dello stabilimento Lancia presso cui lavorava. Tra la sua corrispondenza si segnala un breve carteggio con Rodolfo e Luigi Morandi.

    Fonti e bibliografia: «Corriere biellese» 30 settembre 1977, articolo biografico su Carlo Capellaro; http://storia.camera.it/deputati?da=2000

  • Modalità di accesso

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