Confederazione italiana sindacati lavoratori. Unione sindacale territoriale, Asti

  • Storia

    ​​​​​​Il 30 aprile 1950 si riunì a Roma l'Assemblea generale di Roma delle organizzazioni aderenti alla Lcgil (Libera confederazione generale italiana del lavoro), alla Fil (Federazione italiana del lavoro) e all'Ufail (Unione delle federazioni autonome italiane lavoratori) con cui si decise lo scioglimento delle organizzazioni rappresentate e si proclamò la costituzione della Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl), che approvava il "patto di unificazione delle forze sindacali democratiche".
    Come è noto, l'odierna Cisl ha infatti le sue origini nella Libera Cgil (Lcgil), costituita il 15 settembre del 1948 da una scissione della corrente cattolica guidata dalle acli della neonata Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil). Il nome Libera Cgil fu mantenuto per quasi 19 mesi per sottolineare, dal punto di vista dei fondatori, la differenza con la Cgil da cui si era appena scissa.
    Velocemente a seguire il nuovo sindacato nacque e si affermò in modo diffuso anche nelle province del Piemonte: le origini della Cisl del Piemonte, intesa come storia omogenea di un sindacato regionale, sono legate alle varie specificità categoriali e provinciali, in luoghi di lavoro e in zone della regione che erano piuttosto diverse per condizioni economiche e produttive.
    Ad Asti con un comunicato del 27 luglio 1948 i componenti della corrente cristiana in seno alla Camera del lavoro - Carlo Saglietti, Renzo Perosino, Pietro Maccagno e Aldo Ginella - ponevano la basi per la formazione della Lcgil, guidata dal 1948 da Carlo Saglietti (primo segretario provinciale della Cisl astigiana fino al 1959). Al momento della costituzione la Cisl contava su 3012 iscritti: negli anni'50 l'economia era ancora essenzialmente legata all'andamento delle campagna, con industrie come la Morando, la Sisa e la Sacla (poi Saclà) all'inizio di uno sviluppo che si sarebbe assestato solo in anni successivi, e le fabbriche del settore metalmeccanico che soffrivano la mancanza di adeguate strutture per essere competitive in un mercato in continua evoluzione.
    Per essere a contatto con gli iscritti dell'Astigiano vennero istituite fin da subito, nel 1950, cinque unioni zonali: Asti, Nizza Monferrato, Moncalvo, San Damiano e Canelli.
    Le sedi storiche della Cisl di Asti furono quattro: Corso Alfieri 113, nei locali del Vescovado, Via Baudoin, Piazza Medici, fino all'attuale Via XX Settembre 10.
    Ad Asti un ruolo di primaria importanza in seno al sindacato fu svolto dal settore metalmeccanico (Fim), con numerosi iscritti nelle fabbriche Way Assauto, Maina, Ercole e Morando, anche grazie a importanti battaglie condotte durante l'esperienza unitaria della Flm (Federazione lavoratori metalmeccanici) che riunì Fiom, Fim e Uilm, federazioni sindacali dei lavoratori metalmeccanici aderenti, rispettivamente, alle confederazioni Cgil, Cisl e Uil (1972-1984).
    Ricordiamo qui di seguito i segretari che si sono succeduti negli anni: dopo il già ricordato Carlo Saglietti (1950-1959), Giacinto Torchio (1959-1966), cui si deve l'istituzione del Cap (Centro addestramento provinciale) poi Ial (Istituto addestramento lavoratori), seguito da Raffaele Ferraris (1966-1969), Carlo Bosso (1969-1977), Sergio Paro (1977-1981), Anselmo Lano (1981-1991), Vito Walter Sollazzo (1991-2003) e Sergio Didier (dal 2003-2014). 
    Il 2013 per la Cisl astigiana è stato l'anno che ha visto una svolta storica, seguendo il percorso di rinnovamento e riorganizzazione auspicato dalla Confederazione: sono state infatti unificate le due unioni sindacali territoriali di Alessandria e di Asti, un passaggio siglato con il primo congresso Cisl Alessandria-Asti tenutosi 14 e 15 marzo a Novi Ligure.