Graziani, Rodolfo

    Data di esistenza

    Data di nascita : 11/08/1882

    Data di morte: 11/01/1955

  • Biografia

    Rodolfo Graziani (Filettino, 11 agosto 1882 – Roma, 11 gennaio 1955) è stato un generale e politico italiano. Venne impiegato nel Regio Esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra aderì al fascismo, divenendone una delle figure di spicco. Ebbe responsabilità di comando durante le guerre coloniali italiane: nella riconquista della Libia (1921-1931), nella Guerra d'Etiopia e successivamente nella repressione della guerriglia abissina (1936-1937). Il suo ruolo in Libia e i suoi metodi brutali gli valsero il soprannome di "macellaio del Fezzan". Per la conduzione della guerra in Etiopia, fu definito criminale di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra.

    Durante la seconda guerra mondiale divenne comandante superiore e governatore generale nella Libia italiana subentrando nella carica a Italo Balbo. Nella campagna del Nord Africa comandò l'esercito italiano durante l'invasione italiana dell'Egitto e l'Operazione Compass, la quale portò ad una catastrofe militare segnata dalla sua totale disfatta strategica: le forze militari italiane, numericamente superiori di quattro volte a quelle britanniche ma inferiori in addestramento tattico e carenti in armamenti, veicoli, e unità di corpo, subirono una delle più grandi sconfitte della loro storia. Graziani giustificò la sua posizione descrivendo lo scontro tra italiani e britannici come "lotta della pulce contro l'elefante", per poi chiedere l'esonero dal suo incarico; Mussolini lo sostituì, attribuendogli la piena responsabilità della sconfitta e aprendo un'inchiesta sul suo operato. Dopo un periodo di ritiro accettò da Mussolini l'incarico, nell'allora constituendosi governo della Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della difesa nazionale (dal 6 gennaio 1944 Ministero delle forze armate), che mantenne fino al crollo finale del 1945, prendendo parte alla lotta contro gli anglo-americani e nella repressione antipartigiana. Nel dopoguerra, a causa dell'uso di gas tossici e dei bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa durante la guerra d'Etiopia, fu inserito dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella lista dei criminali di guerra su richiesta del governo etiope, ma non venne mai processato. La richiesta di estradizione presentata dall'Etiopia fu negata dall'Italia nel 1949. Fu invece processato e condannato a 19 anni di carcere per collaborazionismo, anche se scontati quattro mesi fu scarcerato. Aderì quindi al Movimento Sociale Italiano, del quale divenne presidente onorario.

    Nel 1953 avviò una causa legale, con richiesta di sequestro del film Anni facili, ritenendo che alcune scene della pellicola lo deridessero. Nel gennaio del 1954, durante il congresso di Viareggio, pronunciò un discorso nel quale tracciava le sue idee per rilanciare il movimento. Negli ultimi giorni della sua vita si trasferì da Affile a Roma, dove visse sino alla morte.

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