Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

Giorgina Levi intervista Enzo Lalli sull’esperienza dell’ARCI a Torino

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 2, audiocassetta 1

  • Durata

    43 minuti, 49 secondi

  • Descrizione

    Enzo Lalli è stato una figura di spicco della sinistra torinese e italiana. Fondatore dell'Arci con la creazione, alla fine del 1956, del primo circolo ARCI di Torino, intitolato ad Arturo Toscanini, Lalli è stato insignito della presidenza onoraria dell'ARCI di Torino a marzo del 2009 e si è spento un anno più tardi a 83 anni, il 20 marzo 2010. E’ stato partigiano, presidente provinciale dell'ARCI fino al 1967 poi membro della direzione nazionale. Consigliere comunale a Torino, dal 1967 al 1975. Eletto nel consiglio di amministrazione del Teatro Regio nel 1968 vi resta sino al 1980. Già dal 1970 Lalli era stato inoltre chiamato a dirigere la Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna) alla cui guida è rimasto fino ai primi anni Ottanta. Uomo di vasta cultura e di grande intelligenza, portò a Torino musicisti, scrittori, registi: Dallapiccola e Rodari, Petrassi e Pasolini, Quasimodo e Berio. Una stagione di militanza ma anche di confronto e grandi idee. Fu grazie a lui che l'ARCI, destinata in origine a fungere, al pari del sindacato, da «cinghia di trasmissione» del Pci, divenne una grande forza indipendente, capace di sopravvivere a Scelba e al Pci stesso. [http://archiviolalli.arcitorino.it/] L’intervista si concentra sull’attività del circolo ARCI di Torino negli anni ’60. Lalli ricorda come vennero organizzati regolarmente concerti con introduzione critica di un musicologo; letture di poesie alla presenza degli autori (es. Quasimodo) con la partecipazione di attori professionisti del Teatro Stabile e di Radio Torino; corsi regolari di gestione economica dei circoli, a cui parteciparono complessivamente circa 200 operai. Lalli racconta poi dell’organizzazione a Torino, il 5 e 6 maggio 1962, del primo convegno per la riforma dell’insegnamento della musica nelle scuole (relazioni Parmentola e Righini) e la messa in scena al Teatro Alfieri di “Sacco e Vanzetti” con Giancarlo Sbragia, alla prima della quale parteciparono 2000 lavoratori. Per quanto riguarda il cinema, Lalli si sofferma sugli ottimi rapporti con il cinema Romano di Ventavoli e sulla creazione di un circuito cinematografico “alternativo” con film di rilevanza internazionale che non trovavano posto nel circuito ufficiale. In analogia con quanto avveniva durante i concerti, al termine della serata, anche le proiezioni cinematografiche erano arricchite da un dibattito conclusivo spesso alla presenza di critici. (Luchino Visconti regalò all’ARCI i diritti in 16” de “La terra trema”, furono quindi create numerose copie proiettate nei vari circoli). Venivano organizzate anche le consuete gite turistiche, ma sempre con momenti di approfondimento culturale ed artistico. Lalli sottolinea come l’ARCI non fosse un’esperienza isolata, ma si trovasse all’interno di una grande rete di organizzazioni ricreative e culturali: ENDAS, UISP, ADESPI, Italia-URSS, Unione Culturale, Centro Popolare del Libro


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