Ugo Berga ripercorre la storia della famiglia Montagnana, tratteggiando le figure della bisnonna Marianna Colombo; della nonna Consolina Segre (Magna Lina la comandoira, figlia di un orafo, molto bella, di forte carattere, grande lettrice); del nonno Moise Montagnana, detto “il socialista” (direttore della sartoria Bellom di Torino, fornitori della Casa Reale); degli otto figli di Consolina e Moise: Gemma, Bianca (morta poco dopo), Mario, Rita, Elena, Lidia, Clelia e Massimo. Negli anni precedenti la guerra, Clelia per prima e poi gli altri fratelli si iscrivono alla sezione socialista di Borgo San Paolo (nel 1921 gli altri fratelli lasciano il partito socialista per iscriversi al PCd’I, mentre Clelia restò sempre socialista). Consolina non ostacolò mai l’impegno politico dei figli. Il racconto si concentra sugli anni del fascismo e sulla solidarietà affettiva prima che politica tra le famiglie comuniste del Borgo, rapporti tenuti in modo particolare da Clelia che, benché socialista, lavorava per il Soccorso Rosso (mamma di Negarville, Pajetta, Bricca, la famiglia dei Giambone, Luigi Capriolo, i Pagella, i Cavallo, i Bibolotti, gli Oberti e i Santhià). L’intervista si interrompe bruscamente