Concorso per il secondo tratto di via Roma a Torino.
Unità archivistica
Tipologia
Unità archivistica
Descrizione
Progetto di concorso per il secondo tratto di via Roma a Torino del gruppo coordinato da Armando Melis e composto da Mario Dezzutti, Domenico Morelli, Felice Bardelli, Maurizio De Rege, Alessandro Molli. Il progetto sarà vincitore del secondo premio ex equo.
L'atteggiamento di fondo che emerge da tali disegni è un mancato dialogo con il contesto circostante, sia nei riguardi della volumetria che della tipologia edilizia. In risposta all'istanza di una migliore viabilità i progetti propongono una corrispondenza alla struttura viaria degli isolati circostanti, garantendo così una permeabilità del complesso; al suo interno esso, rispetto allo stato di fatto, è frazionato in più isolati con la conseguente creazione di nuove vie sussidiarie, in direzione nord - sud. Tale espediente avrebbe permesso da un lato una maggior circolazione all'interno di quello che si configurava come un vero e proprio sistema urbano circoscritto e, dall'altro, offriva varianti al congestionato asse di via Roma.
Il problema degli imbocchi di piazza san Carlo e Carlo Felice è affrontato in maniera del tutto diversa a causa della limitatezza delle indicazioni del bando che richiedeva unicamente la conservazione delle due chiese; rispetto ai due edifici tutti è proposta la realizzazione di piazzette nella parte absidale che si configuravano da una parte come elemento di smaltimento di traffico e, dall'altra, portavano all'isolamento dei due monumenti. Essi, infatti, si propongono come elemento di crisi dei progetti che, in nessun caso impostano sull'asse di via Roma un sistema simmetrico, non tenendo conto della diversità dimensionale della parte presbiteriale san Carlo e santa Cristina, diversamente riplasmata in ogni proposta in direzione di una omogeneità dell'insieme.
Dalla parte opposta, l'imbocco con la piazza Carlo Felice è risolto in maniera differente; in assenza di precise indicazioni la scelta dei progettisti è indice di un diverso approccio alla città storica annullando completamente l'esedra ottocentesca attraverso la creazione di una chiusura della stessa piazza con un portico rettilineo sulle quali si sarebbero realizzate due torri.