Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

La spinta dell'autunno - Dai contratti alle riforme, 1969 - 1971

Audiovisivo
  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Cronologia* specifica (DTS)
    • Tipo principale
    • Definizione cronologica 1969 - 1971
    • Datazione * 1969 - 1971

  • Consistenza fisica

    • Consistenza 2
    • Consistenza specifica rulli di pellicola 16mm

  • Descrizione

    Presenti in studio: Piero Ottone (conduttore), Giorgio Pecorini (autore del programma), Carlo Donat-Cattin (Ministro del lavoro), Antonio Giolitti (Ministro del bilancio), Luciano Lama (segretario generale CGIL), Renato Lombardi (presidente Confindustria), Giuseppe Petrilli (presidente IRI), Ruggiero Ravenna (segretario generale UIL), Bruno Storti (segretario generale CISL), Giuliano Ventriglia (consigliere economico del Presidente del Consiglio dei ministri).

    La puntata inizia con le immagini della firma del contratto l'8 gennaio 1970, a cui seguono quelle di tre mesi di manifestazioni, incontri e comizi mentre una voce fuori campo riassume le tappe fondamentali della contrattazione. Viene in particolare posto l'accento sull'eccezionalità del 1969, l'unitarietà ritrovata del sindacato e il rapporto con i lavoratori. Pecorini chiede ai sindacati come vedono la questione dell'unità sindacale a un anno di distanza (La spinta dell'autunno doveva andare in onda nel 1970, per maggiori informazioni si veda la scheda generale della trasmissione). Ravenna e Storti riconoscono come le battaglie del 1969 abbiano fatto fare un salto di qualità in termini di unità d'azione e del rapporto con la base: i lavoratori non devono essere interrogati solo su quesiti specifici ma ascoltati continuativamente e questo deve definire la natura stessa del sindacato. Lombardi dice che la categoria imprenditoriale non è disinteressata a quanto succede nel sindacato ma sottintende che i sindacati non sempre hanno il controllo delle manifestazioni degli operai e auspica una maggiore responsabilità. Lama gli risponde che il sindacato sarà sicuramente più presente non per fare il “gendarme forte” nei confronti dei lavoratori. Carlo Donat-Cattin, presente in studio e vero e proprio protagonista della puntata, vede l'unità sindacale come una forza che mette in moto delle dinamiche, molte delle quali si stanno già sviluppando, tra l'area dei partiti, del governo e dei rappresentanti delle industria pubblica e privata tali da generare "discussioni vivaci". Questi confronti sono per lui indice di una democrazia pluralistica in cui i cittadini hanno piani diversi e modi diversi per condizionare il potere. Donat-Cattin continua dicendo che oltre al richiamo alla responsabilità fatto più volte in questa e nelle altre puntate ai lavoratori e ai loro rappresentanti bisogna fare un richiamo anche all'altra parte: i rappresentanti dell'industria devono rendersi conto che modificandosi e democratizzandosi la società pone dei rapporti diversi di potere e quindi non può mantenere gli stessi modi di rapportarsi del passato. Immagini di repertorio mostrano la reazione dei lavoratori alla firma del contratto e il primo incontro per le riforme del 15 gennaio 1970. In studio Lombardi sottolinea che l'idea degli industriali che non vogliono le riforme è un luogo comune, Ottone gli risponde che però in effetti non c'è un atteggiamento attivo in questo senso e così pensa anche l'opinione pubblica. Lombardi risponde che loro hanno avuto molti incontri con il governo e che è un problema di forma mentale e di metodo: gli imprenditori si adeguano ai mezzi istituzionali che lo Stato italiano mette a disposizione dei cittadini per manifestare le loro istanze e per risolverle all'interno del contesto politico ed economico in cui si trovano. Lama risponde che i lavoratori hanno bisogno “naturalmente” delle riforme per la loro stessa vita (ad esempio chiedono la casa perché non la trovano o la trovano a una cifra che non si possono permettere), non si tratta di strutture mentali diverse come sottintendeva Lombardi ma interessi di classe diversi. Petrilli dice che all'interno della discussione per il contratto sono state portate questioni estranee dipendenti dal fatto che allo sviluppo economico non è stato affiancato quello civile e ciò ha creato problemi come quello della casa e dei trasporti. Se questi problemi fossero stati risolti non sarebbero entrati nelle trattative e anche la contrattazione sindacale sarebbe stata ricondotta nel suo alveo naturale. A questo proposito Donat-Cattin sottolinea come allo sviluppo esponenziale sul piano industriale non sia corrisposto uno sviluppo adeguato delle infrastrutture destinate agli impieghi e ai consumi sociali e riconosce una responsabilità della classe politica ma anche imprenditoriale per questo non poteva essere lasciata fuori dalle trattative. Il dibattito prosegue sul costo delle riforme e sui riflessi che potrebbe avere lo spostamento di risorse sull'equilibrio economico nazionale. Alla fine della trasmissione Donat-Cattin risponde in ordine ad alcuni punti toccati nel corso delle due ore di dibattito. Secondo lui dire che la ripresa è ostacolata dal comportamento sindacale non è corretto perché l'aumento produttivo è allineato con quello previsto dal piano quinquennale, poteva andare meglio ma se non è andata così dipende anche dalla parte imprenditoriale che fatica ad adattarsi alle nuove condizioni dell'economia globale e a quella che definisce la spinta dell'autunno. Il sindacato si pone il problema della produttività ma mette in discussione i vecchi sistemi in cui è ingabbiata e che secondo Donat-Cattin devono essere cambiati. Il ministro continua dicendo che è vero che ci sono stati eccessi sul piano sindacale e delle proteste dei lavoratori ma manifestare fa parte dei diritti riconosciuti in un paese civile e riguarda la sfera delle libertà personali di ogni cittadino. Per Donat-Cattin gli eventuali episodi sgradevoli accaduti durante l'Autunno non devono avere come conseguenza l'aumento della violenza politica o l'insorgenza dello squadrismo che si può notare in Italia. Quando durante l'Autunno ha fatto un appello all'autodisciplina dei sindacati è stato ascoltato e tutto il movimento operaio, continua Donat-Cattin, non ha dato un decimo dei problemi di eventi come quelli di Reggio Calabria (il Ministro si riferisce ai disordini dell'estate 1970 in merito alla collocazione del capoluogo di provincia della regione Calabria, si veda la cronologia).

    Durata: 138'19''
    Formato originale: 16mm
    bianco e nero, sonoro

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