Giorgio Benvenuto definisce la stagione dell'Autunno caldo come "straordinaria": in quei mesi i sindacati hanno saputo cogliere e dar voce allo spirito delle proteste dei lavoratori ed erano davvero uniti nella contrattazione con il governo e con i rappresentati dell'industria. Lo Statuto dei lavoratori è per lui una legge fondamentale tanto che nella stesura del contratto dei metalmeccanici vollero far rientrare alcune sue parti (allora era ancora in bozza) in modo da sottolinearne la continuità. Benvenuto parla del suo rapporto con Giacomo Brodolini, Gino Giugni e Enzo Bartocci, di come fossero attenti nel tener conto delle esigenze di tutti i sindacati e delle categorie di lavoratori e di come egli condividesse con loro i timori rispetto alla scissione in atto nel Partito socialista e ai riflessi che poteva avere sulla redazione della legge. Benvenuto continua dicendo che la morte di Brodolini è stata un elemento di grande incertezza ma che con l'arrivo di Donat-Cattin, nonostante qualche diffidenza iniziale, c'è stata una continuità che ha rassicurato tutti. Parla poi delle trattative per il contratto dei metalmeccanici e del rapporto con il Ministro.