Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino - Polo del '900

Comitati federali

Serie
  • Data

    1968-1975

  • Contenuto

    Eletto dal congresso provinciale, il Comitato federale era il massimo organismo di direzione della Federazione. Rispondeva del suo operato al successivo congresso e agli organismi superiori (Comitato centrale); veniva rinnovato ad ogni congresso. La funzione del Comitato federale consisteva nel controllare e dirigere l’azione e la politica di tutti gli organismi inferiori. Eleggeva, in seduta congiunta con la Commissione federale di controllo, il Comitato direttivo, la Segreteria e il segretario della federazione, i responsabili delle commissioni di lavoro o, a partire dal 1983, dei dipartimenti (ad esempio, informazione e stampa, organizzazione, femminile, economia e lavoro, ecc.) tramite i quali venivano suddivise le attività della Federazione.
    Nominava i direttori e i redattori della stampa locale, designava, discuteva e approvava le candidature elettorali, discuteva e trasmetteva la linea politica nazionale, elaborava e trasmetteva la linea politica provinciale, discuteva e controllava, almeno una volta l’anno, l’attività svolta dai comunisti eletti a cariche pubbliche. Generalmente le sue riunioni avevano una cadenza mensile.
    Nel corso degli anni, il Comitato federale della Federazione di Torino fu costituito da un numero variabile di membri: ad esempio, 30 eletti dal congresso del 1945 (anteriormente erano 6), 85 nel 1954, 63 nel 1956 e nel 1960, 70 nel 1972, 59 nel 1975, 104 nel 1977, per poi salire fino a 130 negli anni Ottanta164. La variazione numerica dipendeva,per lo più, dalle indicazioni che provenivano dagli organismi direttivi nazionali, basate sull’esigenza politica e organizzativa di meglio calibrare il ruolo funzionale e rappresentativo del comitato federale. Significativa, ad esempio, fu la riduzione dei membri componenti il comitato federale che si registrò nel 1956, attuata per consentire all’organismo di svolgere un ruolo di effettiva direzione e non di ratifica delle decisioni prese dal comitato direttivo e dalla segreteria. Era un tentativo di configurare in modo più ampio la democrazia interna al partito, pur sempre nell’ambito del centralismo democratico, contro un costume che vedeva gli organismi esecutivi prevalere su quelli decisionali, cioè, come si diceva un tempo, contro il “centralismo burocratico”. [Il Partito comunista a Torino 1945-1991. I suoi archivi, la sua storia organizzativa, a cura di Renata Yedid Levi e Ilaria Cavallo, Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Strumenti CLXX, Ministero per i Beni e Attività culturali. Dipartimento per i Beni archivistici e librari. Direzione Generale per gli Archivi, 2006, pag. 100-101]
    La serie nel complesso, è composta dalle registrazioni di 218 riunioni del Comitato federale per un periodo compreso tra il 8 giugno 1968 e 15 novembre 1990. Attualmente sono state riversate le tracce sonore delle riunioni dal 1968 al 1975 per un ammontare di circa 160 ore di registrazione
    Per ciascuna riunione è stata compilata una scheda riportante: titolo identificativo, data cronologica, ordine del giorno (ove sia stato individuato), elenco dei relatori. I nominativi dei relatori sono stati successivamente indicizzati e sono quindi immediatamente ricercabili


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