L'intervista ha inizio al minuto 47 secondo 34. Santhià racconta del suo l’impegno nel PCI a sostegno della funzione sociale del partito e nell’organizzazione di circoli.
Ricorda come nell’estate del 1945 ricevette una segnalazione a proposito di villa Robilant, un edificio storico che si trovava vicino alla segheria della FIAT Lingotto. Santhià fece un sopralluogo e poi ne parlò con Roccati e Calissano. L’intenzione era di farla diventare la sede di un circolo di massa.
Villa Robilant era di proprietà della FIAT che l’aveva acquisita con il resto della proprietà Lingotto. L’ingegner Bonadé Bottino, direttore della FIAT per la Sezione costruzioni, era innamorato del parco e quando gli venne garantito che nessun albero sarebbe stato toccato, diede il nulla osta agli operai per il progetto di ristrutturazione dell’edificio.
Roccati e Calissano parlarono con i membri della Commissione interna e si diede il via ai lavori a spese del partito e con l’intervento di volontari.
Villa Robilant divenne la sede della Commissione Interna della Fiat Lingotto.
L’attività del circolo ebbe inizio nell’ottobre-novembre 1945 e proseguì fino al 1947-1948. Al suo interno si tenevano manifestazioni di carattere sindacale e politico di massa. Venne realizzata una pista da ballo, un recinto per la boxe e per le bocce.
Dopo l’attentato a Togliatti iniziarono i problemi, interni e di relazione con la Fiat.
Dal punto di vista interno, si manifestarono grandi frizioni tra il circolo ed alcuni elementi del partito: vennero alla luce grandi debiti legati agli approvvigionamenti e al canone di affitto, debiti posti tutti a carico del partito.
Inoltre Il circolo disturbava dal punto di vista politico: La FIAT non voleva il partito nella fabbrica e dopo il 1948 cominciò a fare pressioni per recuperare lo spazio. L’obiettivo venne raggiunto nel 1952.
La FIAT, nonostante i vincoli della Soprintendenza, decise di radere al suolo la villa e al suo posto fece costruire un deposito di carburante