Seconda parte dell’intervista di Giorgina Levi a Domenica Fiorio sul Comitato di solidarietà democratica. Domenica Fiorio ricorda il processo a Montagnana e Weiss, della direzione torinese dell’Unità con il collegio di difesa composto dagli avvocati Quaglia, Colla e Gillio, un processo che ebbe esito positivo e per il quale gli avvocati non presentarono alcuna parcella, fieri di aver difeso i diritti costituzionali e la libertà di stampa.
Ricorda i dirigenti nazionali del Comitato: Umberto Terracini, che ne era il presidente, Lelio Basso, Pieraccini ed altri. Lei svolse il suo compito di funzionaria del Comitato per ben 22 anni benché il mestiere che le dava da vivere fosse quello di sarta. Parla poi dell’esperienza dell’Associazione Donne Capofamiglia, guidata da Dina Ermini, che si occupava di trovare lavoro a donne disoccupate, vedove di guerra e ragazze madri. L’associazione aveva raggiunto 3000 iscritte e svolgeva un lavoro fondamentalmente di assistenza. Tutte queste associazioni avevano origine dalle organizzazioni operaie per offrire alle donne la possibilità di difendere i propri diritti. Infine Domenica Fiorio ricorda che il Comitato di solidarietà democratica, nel meridione avevamo assunto il patronato delle famiglie dei contadini arrestati per l’occupazione delle terre. In ogni città del nord c’era un Patronato che si prendeva cura di un luogo specifico. Il patronato di Torino era collegato con Cerignola: in quella città vennero inviati, direttamente nelle carceri, medicine, indumenti, denaro e libri che Einaudi stesso aveva spedito a cassoni.