Giorgina Levi chiede a Sergio Liberovici di parlare delle sue ricerche nell’ambito della musica ebraica. Liberovici, nato nel 1930 e iscritto al partito comunista dal 1944, dopo l’esperienza della lotta partigiana, racconta di aver studiato, nell’immediato dopoguerra all’istituto Avogadro dove, nel 1949, si diplomò perito industriale in costruzioni aereonautiche. La sua passione, tuttavia, era la musica: per guadagnare qualche lira suonava il pianoforte a cappello, tre volte la settimana, in una balera annessa alla III sezione del PCI. Successivamente lavorò come vice di Mila nella rubrica musicale dell’Unità fino al 1952 anno in cui partii per il militare. Nel periodo della balera entrò in contatto con alcuni ebrei profughi e iniziò a studiare i loro canti, trascrivendone la musica; venne così organizzato un concerto alla casa della cultura per i profughi che si trovava in corso Moncalieri. A Torino e dintorni, in realtà, c’erano diverse colonie ebraiche: Liberovici ricorda la colonia sopra Villa Genero, in corso Moncalieri e poi a Nichelino. Tra il 1946 e il 1948 venne poi coinvolto in vari campeggi estivi, organizzati dalla comunità ebraica e gestiti da educatori israeliani. Il primo si tenne a Pedraces, in val Badia e lì Liberovici conobbe Leo Levi, grande studioso delle tradizioni musicali orali dell'ebraismo italiano. Secondo Liberovici, gli educatori israeliani, probabilmente clandestini, provenivano in parte dalla brigata ebraica e fungevano da addestratori religiosi e militari con il compito di arruolare giovani da inviare in Palestina. Queste persone, durante le esercitazioni, cantavano i loro canti e queste melodie influenzarono fortemente Liberovici che, negli anni 1953-1954 iniziò a comporre professionalmente, ritrovandosi quasi inconsciamente a scrivere musica israeliana. Nel 1954 compose il balletto Chagalliana, con la coreografia di Susanna Egri, che raggiunge in tournée tutt'Europa. Successivamente si indirizzò verso altre linee di ricerca e, per liberarsi da questi influssi, prese la decisione di andare in giro per il Piemonte alla ricerca di canti popolari. Così nacque la prima spedizione del 1956 a Cogne con la raccolta di materiale etno-musicale molto importante.