Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

Giorgina Levi intervista Elena Montagnana e Paolo Robotti sull’attività politica e sociale a Borgo San Paolo dall’inizio della I guerra mondiale all’affermazione del fascismo

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 6, audiocassetta 4

  • Durata

    1 ora, 27 minuti, 52 secondi

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica 28 maggio 1974
    • Datazione * 28 maggio 1974

  • Descrizione

    Intervista a Elena Montagnana su Borgo San Paolo. Elena Montagnana racconta di essere arrivata in Borgo San Paolo nel 1914. La sua famiglia andò ad abitare in via Monginevro 68, vicino alla Lancia e ben presto lei, insieme alle sorelle e al fratello Mario, iniziò a frequentare il circolo socialista che da via Barge, poi si trasferì in via Virle 9. Nel circolo erano presenti la sezione giovanile, quella degli adulti e il Gruppo femminile. Avevano a disposizione una grande sala da ballo che forniva le risorse economiche per pagare l’affitto dei locali. Nella stessa sala si tenevano anche importanti conferenze politiche durante le quali ricorda di aver ascoltato Togliatti e Gramsci. Il circolo era aperto tutte le sere e c’era a disposizione un buffet. Le decisioni erano prese collettivamente e si redigevano i verbali delle riunioni, verbali di cui si era occupata in un primo tempo la sorella Rita e che poi erano stati affidati a lei. Il Gruppo femminile non aveva una particolare forza e ben presto si fuse con la sezione giovanile. Passa poi a parlare delle manifestazioni in Borgo San Paolo contro la guerra, nel 1917; ricorda quindi, su sollecitazione di Giorgina Levi, il periodo dell’occupazione delle fabbriche, nel 1920, quando casa Montagnana era frequentata da molti compagni, fra cui i fratelli Pajetta e lo stesso Gramsci. Segue l’intervista al marito di Elena Montagnana, Paolo Robotti. L’intervista ha inizio con una digressione su Borgo San Paolo, quartiere che nei primi decenni del Novecento, era tra i più industrializzati della città. Nel suo territorio e nelle zone limitrofe si erano installate le Officine Ferroviarie di Torino, il Ruotificio Italiano, la Westinghouse e poco lontano la Spa che ben presto venne acquisita dalla FIAT. Ai confini di Borgo San Paolo c’erano il quartiere Pozzo Strada e la parte terminale della Crocetta, che allora si chiamava Barriera di Orbassano. Anche in queste zone era preponderante la presenza di stabilimenti industriali (Itala, SCAT, Diatto, Frejus, Nazaro, Ansaldo Automobili). La forte presenza industriale sul territorio portò alla formazione, come conseguenza, di grandi nuclei operai strutturati presso i quali era forte la presenza socialista. La stragrande maggioranza era composta da operai piemontesi, provenienti dalla provincia (Francesco Cappa); pochi erano meridionali e tra questi lui ricorda la famiglia Cavallo. Nel 1913, Robotti arrivò in Borgo San Paolo, proveniente da Alessandria e con la famiglia andò ad abitare in via Villafranca, accanto alla chiesa di San Bernardino. A quattordici anni ricorda di aver partecipato per la prima volta a una conferenza socialista nel circolo di via Barge: si trattava di un incontro con Oddino Morgari, intitolato “Il mio giro attorno al mondo”, in cui il relatore raccontava della sua esperienza di viaggio, quando, come rappresentante di una ditta di cappelli di paglia di Firenze, aveva scritto alcune importanti corrispondenze per l’Avanti! sulla situazione degli operai nei paesi d’oriente, in Giappone e in Russia. In quegli anni lui lavorava già come apprendista presso l’officina Pugliese che produceva proiettili. Insieme a lui lavorava Mario Amerio che lo avvicinò al socialismo e al circolo di Borgo San Paolo; lui si iscrisse nel novembre del 1915. Segue una breve descrizione del circolo con le sezioni ed i locali. Del circolo ricorda le assemblee piuttosto animate, cui partecipava un gruppo di persone molto preparato: Oberti, Santhià, Giovanni Amerio (che era un impiegato), Pioletto e Vincenzo Pagella. Ricorda che le prime discussioni ebbero come oggetto le letture fatte in ambito socialista, poi la guerra li spinse a manifestare. Durante le giornate del 1917 lui si trovava a Genova, ma ben presto rientrò a Torino, passando dall’Itala, dove lavorava come aggiustatore, alle Ferrovie dello Stato dove venne assunto come impiegato, avendo conseguito nel frattempo la licenza tecnica. Qualche mese dopo venne nominato segretario del Fascio Giovanile Socialista e si occupava di mantenere i contatti con i compagni al fronte e la relazione con il Comitato regionale piemontese della Federazione Giovanile Socialista Italiana. Dopo meno di un anno fu nominato segretario regionale della Federazione Giovanile Socialista in sostituzione di Carlo Chiappo. Svolgeva il suo lavoro in Corso Siccardi, nel palazzo dell’Associazione Generale degli Operai dove incontrò, per la prima volta, Gramsci che lì dirigeva il quotidiano socialista “Il Grido del Popolo”. Ricorda quindi le discussioni e gli incontri a seguito della rivoluzione del febbraio/marzo 1917 in Russia, il rifiuto degli oratori socialisti e l’esempio di Gramsci, con il suo fare pacato e preciso. Ricorda le manifestazioni e i volantinaggi del 1917 e 1918, l’attività semi clandestina e il lavoro fatto per sanare la questione dei disertori. L’intervista prosegue con la narrazione delle giornate calde del 1919, la  lotta contro il carovita e l’assalto ai negozi, manifestazioni che videro Borgo San Paolo in prima linea. Proprio sulle barricate di via Villafranca vennero uccisi due giovani del fascio giovanile socialista: Amilcare Zaina, falegname di 25 anni e Giovanni Morello, meccanico di 19. In Borgo San Paolo, secondo Robotti, nacque uno degli più importanti nuclei di dirigenti del movimento operaio: Mario e Rita Montagnana, Celeste Negarville, Rina Piccolato, Battista Santhià, Antonio Oberti, Giancarlo e Giuliano Pajetta e Giuseppe Vota.
    A Borgo San Paolo dedicarono molta attenzione gli stessi Gramsci, Terracini e Togliatti, come al circolo Carlo Marx della Barriera di Nizza e ai circoli di Borgo Vittoria e della Barriera di Milano. La maggior parte degli iscritti del circolo di Borgo San Paolo aderì al Partito Comunista, dopo una serie di discussioni e assemblee anche molto dolorose. Nel 1922 il circolo venne sfrattato da via Virle e si installò in via San Paolo, non lontano dalla chiesa di San Bernardino. La sede era più piccola: Robotti ricorda di aver trascorso molte notti nei prati di fronte, insieme ad altri compagni e ad alcuni anarchici, a guardia del circolo dalle incursioni fasciste. L’assalto non si verificò mai, ma la sede venne poi data alle fiamme. Ricorda quindi lo sciopero generale del 1922 contro il fascismo che minacciava di andare al potere e le manifestazioni per la difesa dell’Ordine Nuovo e della Camera del Lavoro. Ricorda i fatti di Torino del dicembre 1922, gli scontri e l’incendio alla Camera del Lavoro e la devastazione della sede de L'Ordine Nuovo; la fuga in Francia nell’ottobre del 1923 e il rientro legale in Italia nell’ottobre del 1925 come responsabile del Comitato sindacale metallurgico della Federazione di Torino. Andò a lavorare alla Zenith e poi alla Spa, organizzando la cellula comunista della fabbrica. Si licenziò e andò a lavorare a Genova dove venne arrestato e mandato al confino. Liberato provvisoriamente per un’infezione tubercolare, venne fatto fuggire dal partito prima in Francia e in Belgio poi in Russia, dove rimase fino al 1947.

     


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