Lettera inviata all'amico ed ex collega a Tripoli indirizzata al Sost. Procuratore del Re/ Regia Procura / Tripoli dove Giuseppe parla di una pubblicazione di Cimino sul pensiero giuridico del mondo musulmano e del sostegno che hanno dato i genitori alla sua scelta di arruolarsi. Non voleva approfittare di nessun sotterfugio, come la ferita al braccio, per evitare il militare. Non osa parlare di Pansini per timore della censura, anche se avrebbe voluto continuare "quella larga confidenza che caratterizzava i nostri rapporti a Tripoli".
Note
Pubblicata in: Ascensione Eroica. Lettere di guerra dei Fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone, volontari alpini, raccolte e ordinate da Luigi Galante, Gallardi e Ugo, Vercelli 1919, p. 40 ; Ascensione Eroica. Lettere di guerra dei Fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone, volontari alpini, raccolte e ordinate da Luigi Galante, Fratelli Treves, Milano 1919, p. 33; Giuseppe ed Eugenio Garrone, Lettere e diari di guerra 1914-1918. Illusioni e amarezze di una generazione nell’eroica esperienza di due “figli del Risorgimento”, a cura di Virginia e Alessandro Galante Garrone, Garzanti, Milano 1974, n.84