Lettera confidenziale inviata all'amico dalla zona di guerra indirizzata al Sost. Procuratore del Re/ R. Tribunale/ Macerata. Giuseppe sente che non sopravviverà, ma non si pente delle decisioni prese; è contento di avere vissuto così, con la convinzione che "la vita è un gioco dove non val la pena far la parte di attori". Vuole che la sua morte sia una morte degna; proclama a Pansini la sua forte amicizia nei suoi confronti; gli chiede di scrivere ai suoi genitori parole di conforto qualora dovesse morire. Si tratta di una sorta di testamento spirituale.
Note
Pubblicata in: Cento (e una) lettere dal fronte, a cura di Roberto Orlando, con introduzione storica di Paolo Borgna, Paola Caramella Editrice, Torino 2016, n.90