Museo Leone

Epistolario fratelli Garrone

Complesso di fondi
  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica 1864 - 1992
    • Datazione * 1864 - 1992
    • Note alla cronologia L'epistolario ha un arco cronologico che va dal 1864 al 1958; l'unità archivistica 3357, composta da 13 cartoline, biglietti e fotografie inviate a Virginia Galante Garrone, è datata 1992.

  • Descrizione

    Storia del Complesso di fondi dell’epistolario dei Fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone
    La storia dell’epistolario, parte di un archivio più ampio composto da fotografie, diari, cartoline, memorie e ricordi di vario genere, riflette la storia dei due rami della famiglia, di cui si sono ricostruite poc’anzi le principali vicende. Barbara Maraghini Garrone conservò infatti le lettere a lei indirizzate e inviate al marito Giotto, mentre Margherita Galante Garrone, alla morte della mamma Maria Ciaudano, nel 1938, custodì tutto il resto delle lettere, comprese quelle inviate ad amici e conoscenti da parte dei due fratelli Giuseppe ed Eugenio, e richieste dai familiari, all’indomani della loro morte, per poterle raccogliere, una volta selezionate, in una pubblicazione, che uscì con il titolo di Ascensione Eroica nel 1919 per gli editori Gallardi (Vercelli) e Fratelli Treves (Milano).
    Barbara Maraghini Garrone, residente a Roma dopo aver viaggiato per anni a seconda delle destinazioni del marito, nel 1980 lasciò le lettere in suo possesso (n. 103) alle figlie, Maria Eugenia e Alessandra, che le destineranno alla nipote Chiara Maraghini Garrone, figlia di Edoardo, che a sua volta le depositerà al Museo Leone nel 2020 dopo averle avute in custodia dal 2001.
    Margherita Galante Garrone, residente a Torino, tenne presso di sé le lettere (n. 3368) fino alla sua morte nel 1971; la figlia Virginia e il figlio Alessandro le avrebbero poi utilizzate per l’edizione dell’epistolario pubblicata da Garzanti nel 1974 con il titolo Lettere e diari di guerra 1914-1918. Illusioni e amarezze di una generazione nell’eroica esperienza di due “figli del Risorgimento”. Concluso il lavoro per la pubblicazione, le lettere saranno conservate a Vercelli nella casa natia di via Feliciano di Gattinara 14 fino a quando Virginia deciderà di affidarle alla sezione vercellese degli alpini, tranne alcune trascrizioni (n. 240) che rimarranno presso di lei fino alla sua morte nel 1998, per passare poi nelle mani di Margherita Galante Garrone (Margot), che le utilizzerà per un ulteriore selezione pubblicata nel 2016 per i tipi di Paola Caramella (Torino) Cento (e una) lettere dal fronte, a cura di Roberto Orlando. Questo nucleo documentario venne poi trasmesso alla figlia di Alessandro Galante Garrone, Giovanna, autrice del deposito al Museo Leone nel 2020.
    Il complesso di fondi dell’Epistolario dei Fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone, conservato presso il Museo Leone di Vercelli, consta di 3716 lettere inviate a familiari, ad amici e a colleghi di lavoro, oltre ad altra documentazione, e copre un arco cronologico che va dalla fine dell’Ottocento al 1958.
    Sono confluiti nel complesso di fondi il deposito dell’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Vercelli, M.O.V.M. F.lli Eugenio e Giuseppe Garrone con versamento del 25 gennaio 2011, comprendente 3368 documenti, tra lettere, cartoline, biglietti, diari e libri. Le schede archivistiche compilate sul portale 9Centro sono in totale 3357, poiché una unità è composta da 12 cartoline e biglietti, e 1 fotografia di Virginia Galante Garrone, ed è stata quindi contata come singola, trattandosi di ricordi degli anni Ottanta e Novanta del Novecento relativi al rapporto tra Virginia e i nipoti. L’arrivo di questo cospicuo nucleo documentario ha contribuito all’allestimento della mostra ʼ15–ʼ18: Memorie della Grande Guerra dal fronte a Vercelli a cura di Luca Brusotto e Riccardo Rossi, tenutasi nel 2015 al Museo Leone di Vercelli. Il fondo presente presso l’ANA di Vercelli era stato affidato agli Alpini da Virginia Galante Garrone all’inizio degli anni Novanta.
    Gli altri due fondi sono costituiti dai depositi compiuti in occasione del progetto I Fratelli Garrone e il loro Epistolario. Testimonianza di un Percorso di Libertà e Giustizia da parte di Chiara Maraghini Garrone e di Giovanna Galante Garrone nel 2020.
    L’insieme di lettere depositato da Chiara Maraghini Garrone, comprendente 103 lettere, proviene dall’eredità della nonna, Barbara Maraghini Garrone passata attraverso le due figlie, Maria Eugenia e Alessandra Maraghini, a Chiara.
    Il fondo di Giovanna Galante Garrone, composto in prevalenza di trascrizioni e altri 22 documenti, per un totale di 244 unità archivistiche, proviene da Margherita Galante Garrone, è stato ereditato da Virginia Galante Garrone che l’ha conservato fino alla sua morte, nel 1998, e poi custodito da Margherita Galante Garrone, che successivamente l’ha consegnato alla cugina Giovanna.
    Si segnalano, infine, un altro deposito affidato dagli Alpini al Museo Leone nel 2019, che deve essere ancora catalogato e la donazione di Rudi Niccolini agli eredi Garrone (luglio 2021) subito trasmessa al Museo Leone, anch’essa da catalogare con altri documenti inediti.
    Dall’analisi del carteggio che consta anche di alcuni libri, giornali, quaderni e appunti, si può ricostruire quasi per intero il corpus delle lettere che nel 1918, alla morte dei due fratelli – Giuseppe ed Eugenio Garrone – vennero richieste dalla famiglia agli stessi familiari e agli amici per una selezione curata da Luigi Galante, poi pubblicata in Ascensione Eroica nel 1919. Tali edizioni furono utilizzate per la pubblicazione a cura di Adolfo Omodeo, Momenti della vita di guerra. Dai diari e dalle lettere dei caduti 1915 (Laterza, Bari 1934, riedito nel 1968 con la prefazione di Alessandro Galante Garrone, Einaudi, Torino). Al contrario, per la pubblicazione del 1974 dal titolo Lettere e diari di guerra 1914-1918, a cura di Virginia e Alessandro Galante Garrone, le lettere di Eugenio e Giuseppe furono nuovamente trascritte per offrirne una più ampia selezione rispetto all’edizione del 1919. Nel 2016, infine, uscì Cento (e una) lettere dal fronte, a cura di Roberto Orlando con introduzione storica di Paolo Borgna, arricchita dalle immagini scattate durante il periodo bellico dagli stessi fratelli Garrone. Tali fotografie sono ancora conservate presso i familiari e non sono state versate ad alcun ente di conservazione.
    In base al confronto tra le varie edizioni delle lettere (1919, 1934, 1968, 1974, 2016) alcune risultano ancora mancanti (45) e alcune reperibili solo in trascrizione. Alcune, inoltre, trattando argomenti personali, non erano state consegnate dai loro destinatari oppure si trovano depositate presso altri Istituti. Carte inerenti ai Fratelli Garrone si reperiscono infatti presso il Centro Studi Piero Gobetti di Torino (fondo Alessandro Galante Garrone, acquisito nel 2008 e fondo Carlo Galante Garrone, ancora in via di acquisizione e di inventariazione) e sono state riordinate, inventariate e digitalizzate a cura dell’Istoreto Istituto Storico per la Resistenza ‘Giorgio Agosti’; presso la Biblioteca del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” (Fondo Eugenio Treves, donazione della famiglia, 2003); presso la Società Napoletana di Storia Patria (Fondo Vittore Pansini, donazione Vittore Pansini, 1945) dove è presente anche un album di fotografie dedicato ai due fratelli (segnatura: snsp_vp_03_308-352). Un carteggio inedito è inoltre quello tra Giani Stuparich e Maria Ciaudano Garrone (Archivio famiglia Stuparich Criscione, Roma). Altre lettere con riferimenti ai due fratelli si trovano anche presso l’Archivio privato Paola Rosso, Vercelli, erede di Luigi de Gaudenzi (cugino dei Garrone). Citiamo anche l’Archivio privato Gianni Periz, Vicenza (nipote del comandante Leone Periz che nel suo diario rende una bellissima testimonianza di Giuseppe ed Eugenio, raccontando anche il saluto alla salma di Eugenio a Salzburg, a cui era presente) che conserva, oltre al diario, alcune lettere di Margherita Galante Garrone a Iza Periz, moglie del comandante Leone.

    Descrizione del Complesso di Fondi dell’epistolario dei Fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone
    Il carteggio copre un arco di tempo che va dalla fine dell’Ottocento (anche se la lettera più antica è del 1864), toccando l’apice negli anni della Prima Guerra Mondiale e prosegue in quelli seguenti fino al 1937, anno prima della morte di Maria Ciaudano Garrone, (autrice, destinataria e custode della maggior parte delle lettere) con alcune puntate successive fino al 1958 (queste ultime relative alla pubblicazione del diario libico di Giuseppe, integralmente riportato nell’edizione del 1974). Comprende infatti anche le lettere di partecipazione al lutto dei familiari, la corrispondenza successiva intrattenuta con i genitori, la raccolta delle testimonianze per la redazione della prima selezione in Ascensione Eroica. Comprende anche una serie di memorie più recenti di pertinenza di Virginia Galante Garrone (con foto e cartoline dei suoi nipoti raccolte nel 1992).
    Si tratta di un corpus di lettere assai significativo per delineare il profilo biografico dei due protagonisti, Giuseppe (1886-1917) ed Eugenio (1888-1918), dapprima entrambi impegnati negli studi universitari di giurisprudenza, poi avviati l’uno alla carriera di giudice, l’altro di funzionario ministeriale, infine volontari nei battaglioni degli alpini dall’estate del 1915 fino alla morte, sopraggiunta per Giuseppe il 14 dicembre del 1917 e per Eugenio il 6 gennaio 1918. Le carte consentono inoltre di ricostruire la storia della famiglia Garrone, originaria di Vercelli, tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del secolo successivo, depositaria di ideali risorgimentali conservati, alimentati e tramandati nel corso del Novecento dai discendenti e non solo.
    Di seguito alcune informazioni relative ai principali mittenti dell’epistolario, suddivisi per ciascun fondo depositato presso al Museo Leone.
    Il deposito Alpini conserva 179 lettere di Luigi Garrone, 10 scritte insieme con la moglie Maria Ciaudano; 162 lettere di Maria Ciaudano Garrone, 969 di Eugenio Garrone, 1128 di Giuseppe Garrone, 19 scritte dai due fratelli (quando si ritrovano al fronte il 23 novembre 1917); 259 le lettere scritte da Margherita Galante Garrone, 28 dal marito Luigi Galante, 39 da Mariuccia Garrone, 8 di Barbara Maraghini Garrone, di cui una scritta con il padre Luigi e una con il marito, infine 3 di Giotto Maraghini. Oltre alle lettere scambiate dai fratelli Garrone con gli stretti familiari, ampia è la corrispondenza con alcuni amici particolarmente intimi, come Umberto Balestreri, Guido Cimino, Guido Operti, Vittore Pansini e Giuseppe Reina. Quest’ultimo fu collega di Eugenio al Ministero della Pubblica Istruzione, prima della sua partenza per il fronte; il loro legame è attestato dalle 20 lettere inviate da Eugenio. Operti fu molto legato a Giuseppe fin dai tempi della frequentazione della S.U.C.A.I. di Torino; della loro amicizia sono testimonianza 23 lettere, di cui 3 inviate da Eugenio, le restanti da Giuseppe. Cimino fu invece collega di Giuseppe durante la sua permanenza in Libia in qualità di giudice regionale al Tribunale di Tripoli; si conservano 45 lettere, di cui 29 inviate da Giuseppe, le restanti dal padre Luigi alla morte del figlio. Di Balestreri, conosciuto alla S.U.C.A.I., si conservano 146 lettere di cui 19 inviate da Eugenio, due insieme con il fratello e le restanti dal solo Giuseppe. Indirizzate a Pansini, collega di Giuseppe al Tribunale di Tripoli trasferito poi a Macerata come Sostituto Procuratore del Re, sono 88 lettere, di cui 6 inviate da Eugenio, mentre le restanti dal fratello. Giuseppe presentò sia Balestreri sia Pansini al fratello Eugenio. Particolarmente significative per l’intenso dialogo personale su temi esistenziali sono le lettere indirizzate a Pansini; la corrispondenza con Balestreri e con Operti testimonia la profonda e duratura amicizia maturata a partire dalle comuni passioni per la montagna e per gli studi di giurisprudenza, un’amicizia resa ancora più forte dalla condivisa esperienza sul fronte. Con Cimino il legame nacque a partire da una sincera stima per la solidarietà creatasi a livello lavorativo nella particolare situazione della colonia libica, e che si trasformò in un’amicizia estesa anche ai familiari, come testimoniato successivamente dal matrimonio tra Carlo Galante Garrone e la figlia di Cimino, Sara.
    Tra i legami più intensi di Eugenio, testimoniato da 339 lettere, merita segnalare il rapporto d’amore con Anna Maria Marzi, databile tra il 1913 e il 1915. Si tratta di un cospicuo nucleo documentario, utile per delineare il carattere passionale e impulsivo di Eugenio, per restituire la sensibilità di un’epoca e al contempo molto interessante in qualità di documenti poetici e letterari di grande cura e raffinatezza formale. Altrettanto significative per Eugenio le figure femminili di Laura Marsuzi, di cui si conservano le trascrizioni (cfr. il n. 199 del deposito di Giovanna Galante Garrone con 12 lettere, oltre a 10 trascrizioni di singole lettere), e di Elena Malvezzi Giacosa. Infine, grandi amici di famiglia furono i Calissano Arullani (7 lettere in totale nel deposito Alpini 2011), in particolare Margherita, a cui Eugenio demandò il compito, tramite un biglietto manoscritto, di annunciare la sua eventuale morte in combattimento ai genitori, per evitare che fosse un estraneo a dare la notizia.
    Il deposito di Chiara Maraghini Garrone, conserva 45 lettere di Eugenio Garrone, 57 di Giuseppe, più una inviata dai genitori.
    Il deposito di Giovanna Galante Garrone conserva 79 lettere di Eugenio, 152 di Giuseppe, 3 dei fratelli, oltre a una cartolina di Emilia Galante e un’altra di Corrado Minutolo.
    Censimento e schedatura
    Il complesso di fondi è stato inizialmente censito da Chiara Maraghini Garrone nell’ambito del progetto I Fratelli Garrone e il loro Epistolario. Testimonianza di un Percorso di Libertà e Giustizia, intervento che ha dato origine alla mostra “Da una vita all’altra. I fratelli Garrone: eredità di affetti e di ideali dal fronte della Grande Guerra” a cura di Chiara Maraghini Garrone e di Luca Brusotto e alla pubblicazione del relativo catalogo (Effedì, 2021). Successivamente, Silvia Colombano e Chiara Quaranta, con la collaborazione di Chiara Maraghini Garrone, hanno realizzato la schedatura analitica di tutto il complesso di fondi, suddiviso, come già detto, in tre fondi sulla base della cronologia dei versamenti al Museo Leone. Questo intervento è stato finanziato dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Archivi e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni.
    Le lettere del deposito degli Alpini (2011) erano giunte suddivise secondo il formato (cartoline, biglietti postali, ecc.) ed erano state estratte dalle buste, conservate separatamente. Di questo ordinamento è stata conservata traccia nella schedatura su applicativo informatico nel campo relativo alla precedente collocazione. Tutti i documenti sono stati muniti di un numero provvisorio indicato a matita in alto a sinistra. Dove è stato possibile tramite confronti con i timbri e gli indirizzi, le buste sono state ricollegate alle loro lettere. Sono stati rilevati anche gli elementi estrinseci di ciascun documento, confluiti nel campo ‘tipologia documentaria’ (es. cartolina illustrata, biglietto postale, lettera), e la consistenza riportata nel medesimo campo. Sono stati inoltre conservati e inventariati i numerosi appunti di Virginia Galante Garrone utilizzati nel suo lavoro relativo all’edizione del 1974. Poche le lettere che risultano incomplete. Per una di loro, la n. 2297, di Pansini a Giuseppe Garrone, si ipotizza che faccia parte di una missiva conservata a Napoli presso il Fondo Vittore Pansini.
    Nel successivo lavoro di riordino il corpus documentario è stato strutturato per destinatario in ordine alfabetico con la creazione delle relative serie; successivamente, i documenti sono stati inseriti all’interno di ciascuna serie in ordine cronologico, ed è stato assegnato il numero di inventario definitivo. Per il deposito Alpini 2011 sono state create 62 serie, di cui l’ultima comprende materiale vario (diari, quaderni, cartoline, trascrizioni). Il deposito Chiara Maraghini Garrone comprende 10 serie, mentre il deposito Giovanna Galante Garrone ne comprende 30.
    Nel campo ‘contenuto’ è stato inserito un breve regesto per ogni documento, preceduto dalle indicazioni relative all’indirizzo (ove presente) e da una breve dicitura relativa alla tipologia di lettera o cartolina o biglietto (es. lettera di carattere personale, lettera relativa al periodo bellico etc.). Ove il documento contenesse principalmente notizie e informazioni relative alla vita intima del destinatario o del mittente, si è preferito indicare semplicemente ‘lettera di carattere personale/privata’. Infine, per quanto riguarda la cronologia dei singoli documenti, qualora questi ultimi non fossero datati dall’autore, si è scelto di indicare nel relativo campo la data presente sul timbro postale di invio. In molti casi, tuttavia, se i documenti non contenevano nessuna di queste informazioni (come, ad esempio, nel ricco carteggio tra Eugenio Garrone e la fidanzata Anna Maria Marzi) si è preferito indicare solo l’anno presunto tra [] o, se il documento non fosse databile neanche approssimativamente, inserire s.d. La data topica è stata inserita laddove indicata dal mittente; la sigla z.d.g. (zona di guerra) è stata riportata così come scritta.

    Le buste originali sono state ricollegate alle rispettive lettere mentre quelle rimaste in sospeso sono state raccolte in una busta “Varie” e inventariate con un solo numero come “buste vuote”.
    Tutti i fondi si presentano in buono stato di conservazione e sono stati condizionati utilizzando per ogni documento una cartellina in materiale adatto alla conservazione a lungo termine, provvista di etichetta con il numero progressivo di inventario definitivo assegnato in fase di riordino. Le cartelline sono state infine inserite all’interno di faldoni collocati presso la Fondazione Istituto di Belle Arti e Museo Leone, a loro volta identificabili tramite etichette corredate dall’intervallo di numeri presenti al loro interno.
    Nella schedatura informatica, realizzata sull’applicativo 9Centro, sono stati compilati i seguenti campi:

        Numerazione definitiva (per ciascun documento)
        Segnatura provvisoria
        Titolo (comprendente le voci di mittente e destinatario/destinatari)
        Descrizione (sintesi del contenuto del documento)
        Consistenza
        Data topica
        Estremi cronologici
        Tipologia documentaria
        Collocazione precedente
        Riferimenti bibliografici

    Si è inoltre proceduto all’inserimento di voci di autorità (mittente/i e destinatario/i) collegati a ciascun documento e redatte secondo le linee guida NIERA. Le schede di identità dei principali protagonisti – Luigi Garrone, Giuseppe Garrone, Eugenio Garrone, Luigi Galante e Giotto Maraghini – sono state arricchite dai rispettivi profili biografici. Un profilo biografico è stato inoltre dedicato a Virginia Galante Garrone che ha rappresentato la memoria familiare.

    Soggetto produttore. Famiglia Garrone
    Il complesso di fondi dell’Epistolario dei Fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone, conservato presso il Museo Leone di Vercelli, fa parte di un più vasto archivio familiare inerente la famiglia Garrone. Merita pertanto ripercorrere gli itinerari biografici dei principali protagonisti per comprendere meglio la formazione di questo patrimonio.
    Il capostipite – Luigi Garrone – “figlio del vivente Giuseppe (fu Carlo) di professione affittavolo (che aveva un mulino in quel di Palestro) e di Margherita Galante del vivente Bernardino di professione proprietario”, nacque il 1° luglio 1845 a Livorno Piemonte o Livorno vercellese, provincia di Novara, come attestano l’atto di nascita e di battesimo consultati presso l’Archivio storico dell’Arcidiocesi di Vercelli. Gli furono imposti i nomi di Lorenzo Luigi e Marcellino. Morì a Vercelli nel 1924.
    Maria Ciaudano (1858-1938) nacque dalle terze nozze di Lorenzo Ciaudano, proprietario di una fabbrica di birra, con Angela Costa (di professione “proprietaria”), sorella di Giuseppe (1830-1915) e Carlo (1826-1897), il primo un fotografo, il secondo un pittore, punte di diamante dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli. Il padre di Maria Ciaudano, Lorenzo, in prime nozze sposò Maddalena De Giovanni da cui ebbe Angelica Ciaudano (1831-1892) – maestra di Vercelli – che andò in moglie, nel Ducato di Parma, al conte Filippo Linati Junior (1816-1895). Da questa sorellastra Maria ereditò anche l’archivio dei Linati, di cui un nucleo significativo confluì nell’Archivio di Stato di Parma, mentre una piccola parte è tuttora conservata presso la famiglia Garrone.

    Dal matrimonio di Luigi Garrone (Luïsin) con Maria Ciaudano, il 10 agosto 1880, nacquero sei figli, di cui la prima (Angiolina) morì in tenera età; gli altri vennero alla luce in questa successione: Margherita, detta Tola (1882-1971), Giuseppe detto Pinotto o Toto (1886-1917), Eugenio detto Neno (1888-1918), Barbara detta Nuccia o Rina (1891-1980), Maria detta Mariuccia o Minuccina (1892-1921).
    Giuseppe ed Eugenio sarebbero morti nella prima guerra mondiale rispettivamente il 14 dicembre 1917 e il 6 gennaio 1918, la sorella Mariuccia – crocerossina durante la guerra – morì probabilmente di spagnola nel 1921. Le due figlie rimaste, Margherita e Barbara, diedero luogo ai due rami successivi della famiglia.
    Margherita sposò un cugino, Luigi Galante (di un altro ramo rispetto a quello della nonna paterna), mentre Barbara andò in sposa a Giotto Maraghini, figlio di Edoardo, insegnante e preside dal 1911 al 1922 al Liceo Lagrangia di Vercelli (preceduto nello stesso ruolo da Luigi Garrone dal 1908 al 1911 e seguito da Luigi Galante – insigne latinista – fino al 1926, quando morì prematuramente).
    Alla morte di Giuseppe ed Eugenio, verrà fatta richiesta al Re di poter unire il cognome Garrone, che si sarebbe estinto, a quello di Galante e Maraghini per ricordare i due fratelli. Tale permesso fu accordato e a partire dal 1919 venne formalizzato il doppio cognome.
    Il ramo dei Galante Garrone continuerà con i figli di Margherita e Luigi: Virginia, Alessandro e Carlo Galante Garrone. Virginia morì nel 1998 senza figli, Alessandro ebbe la figlia Giovanna, mentre Carlo ebbe Margherita e Alessandra. Il figlio di Margherita, Andrea Liberovici, è attualmente (2021) l’unico erede da parte materna; il figlio di Alessandra, Matteo Franceschi, è con il padre, Vittorio Franceschi (regista e attore), attualmente erede della moglie Alessandra.
    Il ramo dei Maraghini Garrone continuerà con i cinque figli di Barbara e Giotto: Edoardo, Luigi, Maria Eugenia, Alessandra ed Elena. Edoardo a sua volta ebbe la figlia Chiara; Luigi: Eugenio e Paola, mentre Maria Eugenia e Alessandra non si sposeranno, ed Elena andrà sposa a Carlo Gazzola e avrà tre figli: Barbara, Maria e Giovanni.
    Mentre il ramo Galante Garrone, con Virginia, Alessandro e Carlo, sarà sempre attivo nella vita culturale, civile e politica del Paese durante tutto il Novecento, testimoniando i valori dell’antifascismo e della Resistenza, il ramo Maraghini Garrone manterrà l’impronta militare data dalla condotta di Giotto Maraghini, che parteciperà a tutti i fatti salienti della Marina fino alla sua morte avvenuta nel 1946, e dei suoi due figli, Edoardo e Luigi, il primo militare di leva, il secondo ufficiale di carriera in Marina durante la Seconda guerra mondiale. Edoardo fu impegnato sul fronte africano dove fu fatto prigioniero dagli americani e portato in un campo di prigionia in Texas, le cui vicende furono narrate dagli scrittori Tumiati e Berto. Luigi fu colpito ai primi di agosto del ’43 nel Canale di Sicilia nel corso delle ultime azioni di contrasto allo sbarco degli Alleati. Ferito, dopo varie vicissitudini, venne ricoverato all’ospedale di Livorno. Proseguì la carriera in Marina, tra Roma, Livorno, Taranto e Napoli; si trasferì nuovamente a Roma nel 1961 dove rimase in servizio fino al 1° Novembre 1974. Il fratello maggiore Edoardo, tornato dalla prigionia, si inserì nuovamente nella vita civile abbandonando definitivamente la vita militare.
    I due diversi rami della famiglia rimarranno sempre fortemente uniti e solidali, nonostante le diverse vicende vissute, così come testimonia il corpus epistolare giunto fino a noi.


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