Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

"Trasformazioni del lavoro", Aris Accornero, Torino, lunedì 21 aprile 1998

Unità archivistica
  • Tipologia
    Unità archivistica
  • Data
    16 aprile 1998
  • Descrizione
    Relazione di Aris Accornero “Le trasformazioni del lavoro” del 21 aprile 1998 tenuta nell’ambito della Scuola di formazione civile e politica.
    Per comprendere le trasformazioni in corso nell’ambito lavorativo si prende come sfondo di riferimento il modello fordista delle grandi produzioni di massa, con le sue rigidità ed elefantiasi, affermatosi fino alla fine degli anni ’60.
    Due sono gli eventi considerati cruciali per l’innesco delle trasformazioni a cui si assisterà dai primi anni ‘70 in poi: la contestazione da parte dei lavoratori delle forme organizzative del lavoro e lo shock petrolifero del 1973. La pressione interna sull’organizzazione ed esterna sui costi dà l’avvio al decentramento produttivo, alla riduzione della dimensione aziendale e alla strutturazione di un modello produttivo più orizzontale.
    Processo agevolato dalle nuove tecnologie ed analizzato dal MIT nei primi anni ’80 che mette in evidenza come protagonista di tale trasformazione non siano gli Stati Uniti bensì il Giappone che produce auto di piccole dimensioni, promette sicurezza del posto di lavoro, chiede ai lavoratori di fare tante cose e non una sola, provvede alla dinamica dei salari individuali in azienda, riduceva i livelli gerarchici, lavora per la qualità.
    Ma il modello di produzione può cambiare perché insieme cambia il modello di consumo, si va verso la personalizzazione. Il servizio conta più della produzione. La spinta alla variabilità conduce alla richiesta di flessibilità. Tutto deve essere leggero: via le scorte, via i magazzini, via il lavoro stabile e via anche il mestiere per tutta la vita.
    Le contraddizioni però in questa nuova trasformazione sono molte sia sul versante imprenditoriale come in quello dei lavoratori: su di esse occorre trovare un terreno di azione.

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