Comitato di Liberazione Nazionale - CLN Regione Liguria

  • Storia

    Già riunitisi in un Comitato il 28 luglio 1943 in seguito alla caduta del fascismo, all’indomani dell’armistizio i partiti antifascisti diedero vita a Genova, presso lo studio dell’avvocato Filippo Guerrieri, ultimo segretario provinciale del Partito popolare, al CLN per la Liguria. I primi componenti del Comitato di liberazione nazionale genovese furono Eros Lanfranco e Lino Marchisio (PDA), Giuseppe Bianchini e Amedeo Ugolini (PCI), Paolo Emilio Taviani, Giulio Marchi e Augusto Solari (DC), Dante Bruzzone, Marcello Cirenei e Vannuccio Faralli (PSIUP), Errico Martino e Bruno Minoletti (PLI), cui si aggiunse nel giugno 1944 Pietro Gabanizza (PRI).Tra le prime decisioni del CLN ligure vi fu la costituzione di un Comitato militare cui affidare le questioni prettamente militari e la pubblicazione del giornale clandestino “Voce d’Italia”, interrottasi al secondo numero in seguito all’arresto dello stampatore Giovanni Bertora, tra le vittime della fucilazione di San Martino. Per favorire un capillare radicamento sul territorio, una delibera del CLN ligure, in data 22 agosto 1944, caldeggiava la costituzione di comitati periferici "di fabbrica, di strada, di rione, di paese, ecc.” in stretto collegamento con gli organismi centrali. Benché non immuni da contrasti ideologici e dibattiti sulle strategie da adottare, i CLN liguri, diventarono progressivamente punti di riferimento e coordinamento delle varie formazioni resistenziali e organismi legittimanti, da un punto di vista istituzionale, della lotta di Liberazione. Dal luglio 1944, grazie all’opera di Maria Eugenia Burlando (Genny), segretaria del
    Comitato, cominciarono a essere redatti i verbali delle sedute e prese forma la segreteria del CLN ligure. Con il proseguire del conflitto, più volte il Comitato di liberazione regionale dovette far fronte a repentini cambi di sede e ripetuti arresti dovuti a delazioni e al lavoro investigativo della squadra politica della Questura di Genova. Il 23 aprile 1945, nel corso di una riunione presieduta da Paolo Emilio Taviani (Pittaluga) presso l'Istituto San Nicola, in Circonvallazione a monte, giunsero al Comitato le notizie da una città dalla quale era in corso l'evacuazione delle truppe tedesche. Da lì a poche ore sarebbe scoppiata l'insurrezione generale come stabilito dai piani di mobilitazione delle forze partigiane. In tale occasione il CLN discusse a lungo la necessità di una insurrezione generale e, nel pieno della battaglia insurrezionale del 24 aprile, il Comitato emanò un decreto col quale assumeva pieni poteri di amministrazione e governo.
    Unico in Europa, il CLN ligure presieduto in quel momento dal comunista Remo Scappini, a seguito di difficili trattative intavolate con il generale Günther Meinhold, ricevette dalle mani del generale stesso la resa della piazza di Genova da lui comandata quando, alle 19.30 del 25 aprile 1945, presso Villa Migone, si giunse alla firma dell'atto di capitolazione delle truppe tedesche del Kampfgruppe Meinhold.
    Tanto durante i mesi della clandestinità quanto nel dopoguerra, questo CLN ricoprì la duplice carica di CLN regionale e di CLN della provincia di Genova. Nei giorni successivi alla Liberazione, il CLN Liguria si insediò presso l'hotel Bristol di via XX Settembre ove mantenne la segreteria e gli uffici nei difficili mesi dell'immediato dopoguerra. Il Comitato si trasferì in seguito in Via D'Annunzio e, con il passare dei mesi, vide una progressiva riduzione delle proprie funzioni sino a quando, dello stesso, rimase attivo il solo ufficio stralcio, con il compito di raccogliere la documentazione prodotta dei CLN dipendenti, al fine di costituire l'archivio del CLN ligure.

    Bibliografia:
    Dizionario della Resistenza in Liguria, a cura di F. GIMELLI, P. BATTIFORA, Genova, De Ferrari,
    2021
    G. GIMELLI, La Resistenza in Liguria, Roma, Carocci, 2008

    Fonte: https://siusa-archivi.cultura.gov.it/