Corinna Pagella nasce nel 1889 a Torino, in Borgo San Paolo. Allora il borgo era circondato dalla campagna: c’era una cascina, qualche negozio ed una cantina con annesso gioco di bocce, in cui si poteva comprare di tutto. La prima fabbrica fu la Lancia nel 1911, in via Monginevro, dietro la casa dei Montagnana.
Socialista, Corinna sposò, nel 1910, Vincenzo Pagella, ferroviere, che era attivo sia a livello politico che sindacale ed era amministratore de l’Avanti! Arrestato più volte, era considerato un sorvegliato speciale. Ebbero 3 figli Vera, Lisbona, Soveto nato il 9 ottobre 1917 il cui nome gli fu attribuito in omaggio alla Rivoluzione russa. (La stessa cosa avevano fatto i Cavallo). I fascisti successivamente lo fecero cambiare in Tino. Pur condividendo le idee del marito non partecipava all’attività perché era totalmente occupata dai lavori domestici e dalla cura dei bambini. In borgo San Paolo la maggioranza degli abitanti era operaia ma il gruppo trainante era quello dei ferrovieri. Ricorda il circolo ricreativo Pilade Gai e le persone che lo frequentavano: i Giambone, la mamma di Pajetta, Gramsci, la famiglia Montagnana. Quindi si sofferma sui moti del 1917 in Borgo San Paolo contro la guerra e per il pane, ricorda le mitragliatrici utilizzate contro le barricate, l’assalto alla chiesa di San Bernardino e le prime scorribande dei fascisti. Racconta poi del marito, la sua elezione come deputato socialista nel 1919, la fuga a Lione, il suo ritorno a Torino, la ripresa dei contatti con i compagni Greco, Amendola, Oberti, Santhià. L’intera intervista è in piemontese