Giorgina Levi, il 12 marzo 1980 intervista Carla Dappiano sulle organizzazioni giovani legate al PCI nel dopoguerra. Carla Dappiano parla innanzitutto dell’Avanguardia garibaldina, un’associazione nata tra il 1946 e il 1947 con il compito di permettere ai giovani di collaborare alla ricostruzione con piccoli lavori (ripulire le strade dai detriti dei bombardamenti, zappare, trasportare pietre per ricostruire gli argini). La Dappiano lavorò nel gruppo di zona Centro. Si trattava di gruppi di giovani dai 14 -15 anni fino ai 21, sia ragazze che ragazzi, collegati al Fronte della gioventù, all’Unità e all’UDI, coordinati dalla Commissione giovanile del Partito, di cui facevano parte Pecchioli, Pensati e Mario Zucca. Normalmente le attività si svolgevano la domenica mattina: i ragazzi partivano con il fazzoletto rosso al collo armati di buona volontà, rastrello pala e scopa per sistemare i danni provocati dalla guerra o dal maltempo. Ricorda gli interventi a Pinerolo, a Coazze dopo l’alluvione, a Valdellatorre per ricostruire una parte dell’impianto elettrico del paese.
Passa poi a parlare dell’Associazione Ragazze d’Italia, la cui attività era concentrata nella distribuzione di volantini, in incontri e manifestazioni, organizzate con le operaie delle fabbriche in circostanze particolari (ad esempio l’8 marzo e il 1 maggio). Il compito delle Ragazze d’Italia era educare le giovani generazioni ricordando gli esempi delle donne resistenti come le sorelle Libera e Vera Arduino e Elsa Falerno di GL. Lottavano per la parità delle donne nella famiglia, nel lavoro nella società, contro i licenziamenti per maternità o matrimonio. Lei era la Segretaria delle Ragazze d’Italia di Torino. Ricorda, a fianco del lavoro politico, anche una serie di attività di carattere ricreativo: avevano costituito una squadra femminile di calcio (composta da studentesse e operaie) che si esibiva durante le manifestazioni elettorali del partito. C’erano poi i corsi di taglio e cucito, le feste di primavera nei quartieri con spettacoli, balli, gruppi di pattinaggio ed esposizione dei lavori fatti dalle aderenti. Ricorda infine la sfilata di barche sul Po nel 1949, dal dopolavoro FIAT al castello medievale. Ricorda quindi l’adesione alle manifestazioni del I° maggio e a quelle per la pace (con la costruzione delle bandiere iridate); i corsi di ballo popolare con Susanna Egri e Eva Erber, nel Salone FGCI di via Monte di Pietà 26, le iniziative per coinvolgere le sartine dei numerosi aterlier della città con la costituzione del Circolo delle Caterinette e le feste che segnarono la fine dei conflitti tra studenti e sartine, prima di allora all’ordine del giorno. Il Circolo delle Caterinette era nato nei primi anni ‘50 con il compito di coinvolgere le sartine in attività politiche, organizzando una serie di attività: dalla raccolta di regali nelle aziende e nei negozi della città alle sfilate ed alla distribuzione delle locandine. Il circolo venne chiuso nel 1959, quando, con l’ampliarsi della produzione industriale, la tradizione delle Caterinette iniziò a scemare.
L’intervista si chiude con un accenno all’esperienza dei Pionieri, di cui Carla Dappiano fu segretaria dopo Annamaria Bonadies e prima di Carmela Levi. L’Associazione Pionieri d’Italia fu fondata per sviluppare un progetto culturale e aggregativo rivolto ai giovani comunisti dai cinque ai dodici anni (un’associazione simile erano i Falchi rossi per i figli degli iscritti al PSI), in cui venivano organizzate attività politiche e ricreative. Dappiano ricorda le iniziative sulla Resistenza in alcuni luoghi particolarmente evocativi: il Pian del Lot, il col del Lys e il Martinetto (tanto più che la scuola non si parlava né di Resistenza né di feste civili come quelle della donna). A queste iniziative parteciparono, tra gli altri, mamma Pajetta, Vittorio Negro, Ada Gobetti. Racconta poi delle attività sportive con premiazioni, feste in occasione dell’Epifania e per il Carnevale e i campeggi estivi. I ragazzi si occupavano anche di distribuire “Il Pioniere”, il giornale diretto da Gianni Rodari e Dina Rinaldi. La prima sede dei Pionieri fu presso l’UDI.
Carla Dappiano, infine, traccia un consuntivo dell’attività dell’Associazione dei Pionieri d’Italia, valutando che si ottennero, negli anni, buoni risultati ma che si sarebbe potuto fare molto di più se queste azioni fossero entrate a far parte stabilmente dei programmi del partito e non lasciate solo all’iniziativa dei singoli.