L’archivio storico della Cassa di risparmio di Asti si presenta come un complesso articolato di carte che riflette le molteplici funzioni che nel tempo l’istituto ha assunto, incrementato, dismesso. Ciò è ampiamente documentato sia attraverso le carte del fondo principale (Crat), sia attraverso quelle prodotte dalle filiali e ivi conservate, sia attraverso la documentazione dei fondi aggregati. Oltre al cospicuo fondo "Cassa di risparmio di Asti" (1846-1988), del complesso documentario fanno parte infatti sei fondi aggregati relativi a istituti di credito attivi nell’Astigiano, di cui la Cassa assunse la liquidazione o che incorporò tra l’inizio e la seconda metà del secolo scorso: il Monte di pietà di Asti (1730-1983), la Banca agricola commerciale di Moncalvo (1923-1950), la Banca astese (1925-1937), la Banca agraria Bruno & C. (1925-1978), la Banca popolare cooperativa di Bubbio (1930-1938), il Piccolo credito agrario di Castelnuovo Belbo (1931-1946). L’archivio, un totale di 70 metri lineari di materiale costituito di 1752 unità archivistiche, è stato acquisito in comodato dalla Fondazione Giovanni Goria con due versamenti, nel 2007 e nel 2009. Il primo ha riguardato i libri verbali delle adunanze del Consiglio di amministrazione; il secondo, decisamente più cospicuo, ha riguardato il resto della documentazione (statuti, regolamenti, delibere, corrispondenza, fotografie, periodici, libretti di risparmio, registri e carte contabili) comprensiva di quella relativa alle filiali e i fondi aggregati. Dopo un ricovero temporaneo nella precedente sede della Fondazione Giovanni Goria, la documentazione è stata trasferita presso l’Archivio di Stato di Asti – insieme agli altri fondi che costituiscono il patrimonio archivistico della Fondazione – dove è attualmente depositata e consultabile.
Le carte che fanno parte dell’archivio storico della Cassa sono in primo luogo di natura contabile e amministrativa; ciononostante una significativa parte del fondo è rappresentata da alcune tipologie documentarie che consentono di considerare il ricchissimo corpus pervenuto alla Fondazione Goria non solo la base per la ricostruzione della memoria e dell’identità della banca, ma anche una fonte importante per la storia sociale, politica ed economica del territorio: gli statuti e i regolamenti, le delibere del Consiglio di amministrazione, la ricca corrispondenza (con istituti di credito, associazioni, aziende e privati), i documenti che testimoniano l’attività benefica e di pubblica utilità svolta dalla Cassa nel corso degli anni, senza dimenticare il materiale iconografico (fotografie e stampe) relativo alle sedi dell’istituto, alle inaugurazioni delle filiali, ai momenti più significativi della lunga storia della banca.
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