Consistenza specificabb. 651 (fascc. 1755); 17.000 fototipi circa; 800 ore di registrazione di riunioni e congressi
Storia archivistica
Per comprendere appieno il carattere dell'archivio, occorre risalire alla sua formazione, cioè al modo come venivano raccolte le carte nel corso delle attività correnti. Ogni singolo funzionario o ufficio, accumulava carte funzionali alle sue esigenze in primo luogo di conoscenza della realtà oggetto dei suoi interventi politici (studi e documenti di terzi, materiali a stampa, rassegne stampa, ecc.), accanto o mescolati insieme a queste carte egli (o esso) conservava anche i documenti da lui ricevuti o prodotti nello svolgimento della sua azione. Gli accumuli di carte così prodotti, sono un'espressione parziale delle attività contingenti del momento (parziale perché non tutte le attività di relazione, di elaborazione e di decisione proprie di un'attività politica sono documentate sulla carta, importanti o meno che siano, ad esempio, una riunione non verbalizzata, una telefonata, relazioni e attività con un gruppo sociale, con organizzazioni ed enti, ecc.), e possono essere considerati un archivio di persona o di ufficio solo nel significato più elementare del termine, cioè raccolta di carte temporanee di lavoro. Le carte possono essere organizzate o meno, esaustive o non, a seconda del carattere o delle esigenze della persona o ufficio; si tratta di scelte individuali, poiché il partito torinese, in questa fase di vita delle carte, non ritenne di intervenire con una pratica archivistica su questi cumuli parcellizzati di documenti.
L'unico intervento centralizzato era costituito dal protocollo della corrispondenza in arrivo, gestito dall'ufficio della Segreteria federale, che distribuiva la posta, spesso apponendo in alto sulla missiva il nome del funzionario o dell'ufficio competente a cui veniva trasmessa.
Nel momento in cui le carte perdono di valore per l'attività corrente, vengono raccolte e organizzate in un archivio della Federazione, anche se in modo non sistematico e costante nel tempo. Si tratta di un archivio che sembra rispondere a una duplice finalità: conservare la memoria dell'azione del partito torinese e al contempo costituire un centro di documentazione che raggruppi tutti i materiali presenti nella sede, utili alla conoscenza di situazioni generali e settoriali, interne o esterne al partito, sulle quali si sviluppa la multiforme attività.
Si ha notizia della presenza di un ufficio archivio presso la Federazione a partire dalla metà degli anni Sessanta, ma è presumibile che ci sia sempre stato. A metà degli anni Settanta, epoca del primo versamento di materiali all'Istituto Gramsci piemontese (avvenuto a più riprese tra il luglio e l'ottobre 1976 sulla base di un accordo verbale e informale di deposito) si occupava dell'archivio della Federazione Giuseppe Guerra, un pensionato con alle spalle una lunga e ricca storia di militanza e dirigenza nel Pci torinese. Lavorava e conservava l'archivio in un locale al piano terreno sul retro della sede della federazione, sita in via Chiesa della Salute 47;
Non esistevano schedari o inventari e neanche un titolario o simile; i materiali si trovavano in parte impilati sui ripiani, qualche volta collocati in cartelline sospese, talvolta inseriti in dossier, secondo un ordine non casuale, definito dallo stesso Guerra.
Attorno al 1979, l'Archivio della federazione venne sfrattato dal locale occupato (per far subentrare l'ufficio stampa e propaganda) e la maggior parte dei materiali furono trasferiti all'Istituto piemontese Gramsci, salvo le serie dei congressi, dei comitati federali e poco più. Dal 1976 al 1979 sono stati versati in archivio storico circa 18 metri lineari di materiali (a cui vanno aggiunti circa 7-8 ml. provenienti direttamente dal Regionale Pci), sempre sulla base di accordi non formalizzati.
A questo punto si inserisce la vicenda di Giuseppe Garelli, funzionario dell'ufficio informazione e stampa, il quale, autonomamente, si pone il problema della salvaguardia della memoria della Federazione. La sua nuova funzione fu riconosciuta anche formalmente, a metà degli anni Ottanta, quando nell'ambito del Dipartimento problemi del partito fu contemplato "L'archivio", la cui responsabilità fu affidata allo stesso Garelli, che continuò contemporaneamente a svolgere i suoi impegni nel Dipartimento informazione.
Il nuovo archivista condusse il lavoro in modo costante e meticoloso, proseguendo la stessa attività anche nel Pds fino alla metà degli anni Novanta, epoca in cui andò in pensione; si deve al suo imponente impegno se il materiale ancora reperibile presso la Federazione è stato salvato dall'incuria e dalla dispersione, dovuta ai cambiamenti di sede e alle vicende politiche dell'ultimo decennio.
Come raccontò Garelli stesso, egli si recava periodicamente presso gli uffici del Pci di Torino, del regionale, della Fgci e della redazione torinese de L'Unità (raggruppati tutti nella stessa sede), facendosi consegnare i materiali non più utili alle attività correnti, all'occorrenza si impossessava anche di quei documenti abbandonati, anche senza chiedere autorizzazioni a eventuali proprietari; nella sua ricerca ha anche perlustrato l'intero edificio della federazione in ogni suo angolo, cantine comprese.
Il trattamento che Garelli riservava alle carte, non era molto dissimile da quello applicato da Guerra; suddivideva il materiale secondo tematiche da lui individuate (a differenza di Guerra, scioglieva anche tutti gli eventuali fascicoli originari) e lo condizionava in dossier con l'indicazione sul dorso dell'argomento e degli anni contenuti.
Nel 1987, in occasione del cambio di sede della Federazione, che ridusse drasticamente gli spazi a disposizione, sempre sulla base di accordi non formalizzati, venne deciso di depositare tutto il materiale raccolto e organizzato da Garelli presso la Fondazione Gramsci, salvo i documenti relativi agli ultimi 5 anni e poco più (congressi e comitati federali), per la loro possibile utilità corrente. Da allora, era il 28 ottobre 1987, ogni anno Garelli portava in archivio storico quei dossier che avevano raggiunto la scadenza.
Nel 1999 la federazione dei Democratici di sinistra ha formalizzato il deposito dell'archivio storico presso la Fondazione Piemontese A. Gramsci con la sottoscrizione di una convenzione.
Il lavoro di riordino e inventariazione è stato condotto da più persone, coordinate da Renata Yedid Levi; in particolare: Paola Briante (serie e sottoserie 4.8; 4.9); Dimitri Brunetti (4.5; 4.6; 4.7); Paola Caroli (4.4); Ilaria Cavallo (1.1; 4.10; 4.11; 4.12; 4.13; 4.15; 5); Renata Yedid Levi (1.2; 1.3; 1.4; 1.5; 2; 3; 4.1; 4.2; 4.3; 4.14); Pina Mafodda ha curato la schedatura e il riversamento dei materiali su supporto sonoro; Gian Luigi Giacone ha curato la schedatura dei materiali fotografici; Elena Rolla, Anna Brunazzi hanno curato la schedatura dei manifesti.
Descrizione
L'archivio della Federazione torinese del Partito comunista italiano, costituito da 1.755 fascicoli, ne documenta l'organizzazione e l'attività dalla ricostituzione della federazione torinese nell'immediato dopoguerra, fino alla sua trasformazione nel Partito democratico della sinistra.
Di seguito si riporta la descrizione della struttura e dei contenuti del fondo.
Il primo titolo "Organismi di direzione e controllo" riguarda l'attività di decisione e direzione generale nei suoi livelli più elevati da cui dipende il lavoro di tutta la Federazione; l'articolazione in serie è data dai singoli organismi direttivi, nell'ordine contemplato dagli Statuti.
Il secondo titolo "Organizzazione, informazione, amministrazione" raggruppa quelle competenze a carattere prevalentemente interne alla Federazione, basilari per il suo funzionamento politico e amministrativo quali l'organizzazione, l'informazione e la stampa, l'amministrazione delle risorse economiche.
Il terzo titolo "Formazione quadri e scuole di partito", riguarda un'attività considerata dalla Federazione importante ma a latere e distinta dalle altre, motivo per cui, pur potendo rientrare nel secondo titolo, si è voluto sottolineare la distinzione anche nello schema logico di classificazione.
Il quarto titolo "Ambiti di intervento" raggruppa tutti i settori specifici di interesse e di attività della Federazione sulla realtà politica, economica e sociale, svolta generalmente da commissioni o uffici federali. Come si potrà notare, quasi in cima al titolo si è posto "Problemi del lavoro", perché i due archivisti avevano curato in modo particolare la serie, quantitativamente consistente, e, non in ultimo, perché l'attività verso le fabbriche e le politiche inerenti erano considerate dai comunisti torinesi primarie e qualificanti per un partito dei lavoratori quale era il Pci.
Il quinto titolo "Raccolta materiali su storia del Pci e del movimento operaio" raggruppa le carte che singoli iscritti e militanti del partito hanno consegnato ai due archivisti della Federazione (per lo meno quelle individuate con certezza nel corso del riordino) e i materiali a carattere storico non direttamente attinenti all'attività della Federazione, riferiti ad esempio alla lotta per la Liberazione e alla Resistenza.
Il fondo è stato riordinato secondo uno schema di classificazione logico, elaborato sulla base dei filoni utilizzati dai due archivisti della Federazione nella fase di creazione dell'Archivio di deposito.
1 Organismi di direzione e di controllo
1.1 Congressi e Conferenze di organizzazione, Convegni cittadini e di zona
1.2 Comitato federale
1.3 Commissione federale di controllo
1.4 Comitato direttivo
1.5 Segreteria
2 Organizzazione, informazione, amministrazione
2.1 Organizzazione e problemi del partito
2.1.1 Atti vari
2.1.2 Tesseramento
2.1.3 Rapporti con zone e sezioni
2.1.4 Dati statistici e analisi sul Partito
2.2 Informazione e stampa
2.2.1 Atti vari
2.2.2 Diffusione della stampa di partito; campagne di sottoscrizione; rapporti con "L'Unità"
2.2.3 Feste de "L'Unità"
2.2.4 Archivio fotografico
2.3 Amministrazione
3 Formazione quadri e scuole di partito
4 Ambiti di intervento
4.1 Attività politica: atti vari
4.1.1 Indirizzi di politica del Pci: materiali a stampa degli organismi direttivi nazionali
4.1.2 Attività politica a Torino: atti vari
4.1.3 Materiali di propaganda
4.1.4 Rapporti con altri partiti, movimenti politici e cattolici
4.1.5 Immigrazione, mezzogiorno
4.2 Problemi del lavoro
4.2.1 Atti vari
4.2.2 Dati ed elenchi
4.2.3 Conferenze ed assemblee dei lavoratori comunisti
4.2.4 Materiali dei sindacati confederali
4.2.5 Settori sindacali e merceologici
4.2.6 Fiat
4.2.7 Aziende (non Fiat)
4.2.8 Condizione dei lavoratori
4.2.9 Impiegati, tecnici, quadri d'azienda
4.2.10 Mercato del lavoro
4.3 Economia e programmazione
4.3.1 Nazionale; politica finanziaria e fiscale dello Stato
4.3.2 A Torino e in Piemonte
4.3.3 Industria
4.3.4 Agricoltura e montagna
4.3.5 Commercio, artigianato, cooperazione e turismo
4.4 Enti locali e Regione
4.4.1 Atti vari
4.4.2 Gruppi consiliari
4.4.3 Comune di Torino
4.4.4 Quartieri
4.4.5 Altri comuni
4.5 Territorio e ambiente
4.6 Casa
4.7 Trasporti e viabilità
4.8 istituzioni democratiche, loro riforma e difesa
4.8.1 Riforma dello Stato in generale
4.8.2 Antifascismo
4.8.3 Giustizia
4.8.4 Corpi armati dello Stato
4.8.5 Terrorismo e criminalità organizzata
4.9 Elezioni
4.9.1 Elezioni politiche
4.9.2 Elezioni amministrative
4.9.3 Elezioni europee
4.9.4 Referendum
4.10 Istruzione scolastica
4.10.1 Scuola e formazione professionale
4.10.2 Università
4.11 Cultura, sport e tempo libero
4.12 Sanità e sicurezza sociale
4.12.1 Sanità
4.12.2 Pensioni
4.13 Commissione femminile
4.13.1 Atti vari
4.13.2 Lavoro
4.14 Informazione
4.15 Politica internazionale
5 Raccolta materiale su storia del Pci e movimento operaio
5.1 Carte personali
5.2 Storia del Pci e del movimento operaio
Modalità di accesso
La consultazione è soggetta alla normativa vigente in ambito di Beni Culturali e trattamento dei dati personali. Sono altresì rispettati eventuali vincoli specifici dettati dai depositari e le condizioni di conservazione dei documenti.
Restrizioni d'accesso
consultabile interramente salvo qualche fascicolo, segnalato in inventario, riferito a situazioni di singole persone in applicazione della legge sulla "privacy"
Strumenti di ricerca
Inventario a stampa: “Il Partito comunista a Torino 1945-1991. I suoi archivi, la sua storia organizzativa”, a cura di Renata Yedid Levi e Ilaria Cavallo, Mbac, Roma 2006.
Sito web
Nome del sitoinventario on line a cura della DGA: www.archivi.beniculturali.it/